Il Mibac ha avviato la procedura per la dichiarazione d’interesse culturale particolarmente importante della Piazza d’Armi di Baggio a Milano. Piazza d’Armi, fin dagli inizi del secolo XX di particolare importanza per il suo riferimento alla storia dell’aviazione italiana e, a partire dagli anni Trenta, alla storia militare, Piazza d’Armi è diventata con il tempo un elemento storico consolidato nel paesaggio urbano, oltre che un vero e proprio polmone verde per la città di Milano, dove sono sorte spontaneamente aree boschive, creati orti e inserite attività sportive, na dagli inizi del secolo XX è di particolare importanza per il suo riferimento alla storia dell’aviazione italiana e alla storia militare. Il Mibac ha avviato la procedura per la dichiarazione d’interesse culturale per la storica-relazionale esistente fra Piazza d’Armi e gli edifici militari sorti attorno ad essa.
Il provvedimento e il divieto di nuove edificazioni in tutta l’area attualmente a verde; infine e la salvaguardia delle condizioni di prospettiva, luce, ambiente e decoro degli edifici sono sottoposti a tutela facenti parte della caserma Santa Barbara e del complesso denominato Magazzini di Baggio. “Sono favorevole alla tutela del verde, che ho sempre posto come condizione imprescindibile per qualsiasi progetto su Piazza d’Armi, ma sono molto preoccupato per il rischio che un vincolo troppo stringente possa concretamente impedire la necessaria riqualificazione dell’intera area”, dichiara Marco Bestetti, presidente del Municipio 7 di Milano. La decisione del Mibac di avviare un processo di tutela per Piazza d’Armi di Baggio, potrebbe impedire la riqualificazione a spazio verde “La Piazza d’Armi rappresenta una straordinaria opportunità per valorizzare la naturale vocazione a verde e sport di questo importante ambito di Milano”, e ricorda con rammarico che “l’ex Istituto Marchiondi di Baggio, poco distante da Piazza d’Armi, è il drammatico esempio di come certi vincoli paesaggistici e architettonici non tutelino affatto le aree e gli edifici che si vogliono preservare, ma costituiscano paradossalmente la prima causa del loro degrado”. E giustamente si spera che “il Mibac agisca con massima cautela e non metta una pietra tombale sul percorso di restituzione di Piazza d’Armi ai cittadini”.
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