Le elezioni europee di ieri hanno un solo vincitore: Matteo Salvini. Ha preso il 34% raddoppiando il suo peso pur stando in un governo che fa storcere il naso anche ai suoi elettori.
Ha vinto perchè in tutta Italia, con punte del 40% al Nord, si è imposto come voto “utile”, il voto di chi vuole premiare il partito che dà certezza di avere grandi numeri e la possibilità di fronteggiare avversari sempre temibili come la sinistra o alleati di governo dilettanti come gli M5S.
Poi ricordiamoci che oggi, finite le ideologie, contano i leader come brand. I leader sono l’unica sintesi possibile dei contenuti di un partito. Salvini infine ha goduto del grande vantaggio di essere oggetto del solito meccanismo di demonizzazione tanto caro ai nipotini di Stalin: a furia di dipingerlo come l’uomo nero hanno spinto tante persone a parteggiare per lui.
Il PD ha recuperato un po’ di voti di elettori di sinistra che si sono stancati dell’inconcludenza di Di Maio e Toninelli. A destra è cresciuta un pochino FDI ed è calata ancora Forza Italia. Non c’è stata la frana sempre teorizzata dai commentatori, ma è evidente che al nord e al centro i suoi ex elettori sono finiti da Salvini e ci vorranno nuove idee e nuovi metodi di selezione dei dirigenti per recuperarli.
Ora però Salvini dovrà dar prova anche di essere un leader politico oltre che campione di raccolta di consenso. Il risultato ottenuto gli impone di assumersi 2 responsabilità: la prima è quella di ottenere di più per l’Italia dall’Europa. Ha 29 parlamentari europei e in altri paesi hanno vinto partiti sovranisti. A sentire i suoi ragionamenti dovrebbe essere possibile ottenere un commissario di peso per l’Italia e avere più concessioni sui conti pubblici.
Poi sarebbe ora di fare qualcosa anche per l’economia italiana prendendo alcune decisioni. Pare che Salvini voglia di nuovo provare a realizzare la flat tax e una maggiore autonomia per le Regioni rimanendo assieme ai 5 Stelle. Questi ultimi sono usciti dalle elezioni trasformati in Lega SUD perchè il loro 17% è il risultato del 30% al Sud e di meno del 10% al Nord. Quindi faranno ancor più melina di prima. Salvini si dimostri leader dotato di visione a lungo periodo e chieda di andare a elezioni piuttosto che perdere tempo.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Nessuno dei partiti e neanche i giornali parlano delle schede bianche o schede nulle: anche questo è un dato da analizzare. Non tutti cambiano partito per protesta. Un mio amico mi ha confidato che sulla scheda ha scritto: SIETE TUTTI LADRI. Gli episodi di malcostume tra i politici di tutti i partiti sono frequenti.
Non è che dietro l assenteismo e le schede bianche o nulle si nasconde la sfiducia di una buona percentuale di elettori nei confronti dei candidati e prima ancora nel voto come atto nobile di ogni cittadino avente diritto?
Mi aspetterei da qualcuno avente titolo una puntuale ed autorevole risposta al quesito posto. Grazie.