La vicenda FCA-Renault è il paradigma della forza del libero mercato.Un emblema di tutto ciò che funziona, di ciò che si dovrebbe evitare e di come ci siamo facendo un (gran) male da soli. Riassunto per i più distratti: l’ex FIAT offre al gruppo Francese di diventare il primo player mondiale dell’economia su gomma. Renault è felice ed accetterebbe. Ma subentra Macron che dice di no. Il titolo crolla in borsa, Fca vola. Perché? Da questa domanda possiamo capire molto, moltissimo sul perché chiudere i mercati sia il modo migliore per farci del gran male.
Le ragioni di Macron
Renault voleva l’Amministratore Delegato. E lo voleva perché la Francia non poteva rischiare di far chiudere stabilimenti. Quindi non era la società a volerlo, ma un suo azionista. Lo Stato. Un’azionista che se ne frega dell’azienda, che risponde a logiche di sovranismo esterne alla stessa e che, di fondo, sbaglia. Renault sta sprofondando in borsa. Ed il suo futuro industriale è diventato un incubo. Perché se, come dice Elkann, la ragione della mancata scelta è politica, allora Renault è un’azienda in pericolo. Però. Dobbiamo anche considerare che Macron non sta facendo nulla di diverso da quanto avrebbe fatto un Di Maio qualsiasi. Da qui il silenzio dell’originario di Avellino sull’argomento.
Le ragioni del mercato
Renault crolla, Fca sale. Fca ha vinto, comunque. Renault, qualsiasi cosa succeda (Fitoussi, l’economista, dice che alla fine l’accordo si troverà) ha perso. Questa è la grande lezione dell’intera vicenda: non si fa l’interesse di nessuno a intromettersi nel mercato. A mettersi tra due parti che contrattano. A decidere di imporre visioni pauperistiche agli imprenditori. Qualcuno al chiama tirannia. È, né più né meno, che definire oppressiva la legge di gravità. Puoi farlo, ci mancherebbe. Ma non cambia la sostanza delle cose: se per affermare la tua superiorità ad essa ti butti dal quindicesimo piano non fai una bella fine.
Il Capitano ed il resto della ciurma
Sono stati, per una volta, intelligentemente in silenzio. Non c’era esattamente nulla da dire. Macron ha fatto Salvini, ed è risultato convincente nella parte. Salvini non poteva fare Macron, perché sarebbe stato ridicolo nel suo ripudio improvviso del sovranismo. Ovviamente in Europa continuiamo a non contare nulla. Ovviamente il voto alla Lega è stato inutile. È ovvio che Di Maio ministro del lavoro sia una barzelletta che non fa ridere. Nulla di nuovo sotto il sole. Ma almeno ci siamo risparmiati delle filippiche inutilemnte retoriche.
In definitiva l’intera vicenda si è risolta con un danno per Macron, la Francia, l’Europa e l’europeismo. Che ha dimostrato, ancora una volta, di essere una chimera in cui credono solo i suoi nemici.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,