Il fenomeno è piuttosto inquietante anche perché, riferiscono ambienti della Polizia Ferroviaria che lo stanno monitorando, comincia a ripetersi con una certa frequenza. Si tratta di “migrazioni” di donne rom incinte o con figli piccoli che da Roma arrivano in treno a Milano per mettere a segno i loro furti. Perché? Semplice, perché qui sarebbe più facile evitare l’arresto.
Come ad esempio nell’ultimo episodio che risale a sabato mattina quando da un Frecciarossa fermo in Stazione Centrale sono scese velocemente alcune nomadi che avevano derubato un viaggiatore e hanno cercato di fuggire attraversando i binari. Proprio in quel momento era in arrivo un treno Italo e il macchinista, con grande prontezza di riflessi, ha evitato una tragedia riuscendo ad imprimere una brusca frenata al convoglio.
Le forze dell’ordine hanno fermato due componenti del gruppo per furto e altre tre per violazione dell’art.340 del codice penale (interruzione di pubblico servizio con l’attraversamento dei binari). Si sta ora indagando per identificare tutte le rom che si trovavano sul Frecciarossa.
Da Roma le donne si spostano a gruppi di 10-15 scegliendo Milano come loro meta preferita perché nel capoluogo meneghino la Procura avrebbe emanata una circolare che raccomanda di non procedere alla formalizzazione dell’arresto se le persone fermate sono incinte o hanno figli in tenera età. Quindi anche nel caso di donne con cumuli di pena di 8 o 10 anni di reclusione, succede che, una volta fermate, vengano rilasciate in base a questo provvedimento che punta a far prevalere la tutela dei figli minori. Normale quindi che la città di Milano sia in cima alle mete preferite dei gruppi di rom per compiere furti e altri reati di microcriminalità.
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