Nell’immobilità dell’aria nell’afa di questi giorni, così violentemente soffocanti, rallentano i gesti, i pensieri e il tempo ha l’eternità che non conosce la fine. Acqua è il chiodo fisso, nel lento andare per un pezzo di pane, le abitudini quotidiane. E il miraggio diventa una fontanella che non c’è e se c’è chissà dove l’hanno collocata. Quelle fontanelle allegre, di acqua corrente zampillante, simpatiche, sempre “al servizio”, così importanti nelle giornate di sole, dove sono? Poche, pochissime, spesso sporche, dimenticate, tra il degrado invadente, con un filo di voce. L’anziano, il bambino accaldato, il sudore che impietosamente gocciola, aspettano. Aspettano che l’amministratore della città cancelli la tristezza di una fontanella rotta, con l’acqua sporca ritorni alla realtà con la dignità che le compete. Scrive un lettore “Acqua potabile Servono fontanelle In questi giorni dei meritevoli volontari hanno distribuito davanti alla stazione centrale bottigliette d’acqua. Al ristorante ormai avere acqua del rubinetto è inverosimile, e se osi chiederla senti alludere a qualche norma che lo proibirebbe. Ma invece di comprare tante bottiglie, e di diffondere tanta plastica, non costerebbe meno qualche fontanella in più? O l’acqua di rubinetto non è più potabile?” Acqua potabile per tutti, fontanelle numerose, manutenzione per le esistenti. Forse piccole cose che esigono amore e cura e non sogni futuribili di grandeur.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano