Il blocco navale dei pedalò ed altre storie fantastiche

Attualità

Le ultime 24 ore sono state convulse ed hanno diviso ulteriormente il paese. Le due posizioni più vocali, che temo rappresentino la maggioranza della popolazione, sono queste: si è trattato di un atto di guerra contro il nostro paese e l’affronto va lavato col sangue, o quanto meno con il carcere a vita per il capitano, e quella di sinistra che vuole per Carola il Nobel per la pace. Io, più concretamente, penso che la nave vada sequestrata e ci si assicuri che non riveda più il mare. Mentre Carola andrebbe usata in un negoziato con i Tedeschi. Se ne andrà libera, ma dovrebbe portarsi a casa i suoi compagni di viaggio. I quali, peraltro, probabilmente volevano raggiungere la Germania più che l’Italia. Finito di dichiarare la mia posizione analizziamo la follia strisciante delle altre due.

Partiamo da sinistra, perché è decisamente più facile. Se accettiamo l’idea che le Ong possano entrare con la forza in porta senza alcuna preoccupazione per l’incolumità dei finanzieri allora è finita. Possiamo chiudere tutto e consegnare le chiavi di casa all’Onu. Realmente, nessuna nostra legge avrebbe alcun peso. E questa debolezza peserebbe come un macigno anche sull’azione di persuasione morale che stiamo facendo in Libia. Contribuendo ad aggravare la situazione generale. A cui seguirebbe un acuirsi della domanda di durezza da parte della gente. In sostanza, chi si lamenta dell’arresto, non ha capito nulla e non gli interessa niente del futuro delle politiche migratorie di questo paese. Che, se sono arrivate alla barbarie, è in non piccola parte colpa della retorica buonista precedente. In sostanza, troppo poco e troppo tardi Minniti. E troppo per troppo tempo la Boldrini.

A destra, invece, stiamo assistendo al circo. Partiamo da un dato di realtà: l’altra notte, nel porto di Lampedusa, non c’erano navi da guerra. C’erano due motovedette. In sostanza, abbiamo provato ad attuare un blocco navale con due pedalò contro un transatlantico. Non è proprio così, ma serve per far capire quanto la situazione fosse ridicola. Infatti manco Carola se ne era resa conto. Per questo, per paura che le navi vere apparissero da dietro l’orizzonte, ha aspettato un giorno davanti al porto. Resasi conto che Salvini era isolato e con due pedalò ha messo i motori avanti tutta. Ed è attraccata. Nell’operazione ha rischiato di schiacciare una delle due imbarcazioni della Guarda di finanza. SCHIACCIARE. Ci rendiamo conto, vero?

In tutto questo, esiste un precedente giudiziario, quello della Cap Anamur, in cui si dice che forzare il blocco per far scendere i clandestini naufragati è legale. Quindi puoi pure processarla, ma la assolveranno. Mettetevela via. L’intera situazione è, ovviamente, ridicola. Poteva essere risolta venti giorni fa prendendo i 40 immigrati, sbarcandoli, e sequestrando la nave. Invece no, abbiamo voluto andare allo scontro. Scontro che se la Sea Watch non ha vinto, noi di certo abbiamo perso. Ci resta però l’immagine plastica dei due barchini che provano a fermare la frangighiaccio. Riassunto bello e spietato del sovranismo contro il mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.