Ennesimo rinvio, ieri, per il dossier autonomia. Posto che l’accanimento terapeutico è immorale, forse dovremmo prendere atto che è finita. Il problema non sono le competenze, come pareva ieri, le competenze. Devo dire, non credo lo siano mai state. Il problema è di mentalità. E di soldi. Ma questi sono una conseguenza. In tutto il Parlamento non c’è una sola forza politica che sostenga questa battaglia senza alcun tentennamento. Quella che ci va più vicino, Carfagna a parte, è Forza Italia. Che poi, i dubbi della Carfagna non sono interamente infondati, sia chiaro. Sono solo il portato di un equivoco di fondo che gli amici del Sud, prima o poi, dovranno accettare. Ovvero, l’unità della nazione è un valore da difendere. Ma non con il sangue del contribuente del Nord.
Il quale ha il diritto, l’assoluto diritto, di chiedere che una parte dei costi generali ricadano su di lui, purché possa organizzarsi internamente il servizio. Questo, ovviamente, porta ad una reazione da parte del Sud: sì, ma così noi avremo meno soldi. Ecco, questo è il problema. Solo che nessuno lo dice mai: meno soldi rispetto a COSA? Rispetto ad oggi? O rispetto a quello che dovrebbe costare quel servizio? Non esiste una risposta giusta. Ma entrambe le domande contengono dei problemi che, sommati, impediranno all’autonomia di realizzarsi.
All’aumentare delle risorse profuse, il ritorno è sempre inferiore alle aspettative. E la cosa sta peggiorando. O meglio, non sta peggiorando perché le risorse in assoluto tendono a diminuire. Ma questo sta causando problemi anche a chi prima era perfettamente in bolla. Ovviamente questo non è accettabile. Ma il problema non è confinato agli ospedali. Non sta passando nemmeno al regionalizzazione della scuola, ovvero pagare di più gli insegnanti con contratti differenti. Una cosa ad impatto zero sui conti delle altre regioni. Questo significa che nemmeno questo è il vero problema. Non è una questione di ricevere meno.
È proprio un problema di impostazione. Si definisce egoismo tenere i propri soldi al sicuro. Questo, se me lo consentite, non è amor patrio. È follia.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,