La moda del periodo vuole che in Forza Italia ci si flagelli. Tanto. In pubblico. Per qualsiasi motivo. E che mai, dico mai, ci possiamo vantare delle nostre eccellenze. Il che mi pare un pochino esagerato. Soprattutto quando in due giorni il Presidente del Senato Casellati inanella due uscite notevoli, in totale controtendenza con il periodo. Nonostante il silenzio stampa che le ha avvolte. Intendiamoci, nessun vittimismo, succede a chi nuota davvero contro la corrente del periodo. Cessa di fare notizia dopo poco. Tra un bacione di Salvini ed un congiuntivo perso per strada da Di Maio. Allora ci proviamo noi, a dire come stanno le cose. Questa settimana la Senatrice Casellati ci ha fatti sentire orgogliosi del partito del buonsenso. Non in una, ma in due occasioni.
La prima è stata la richiesta del PD di discutere dei fondi neri, presunti ed assai improbabili, mediati da Savoini in Russia. Grande indignazione democratica da parte della sinistra, ovviamente. Ma la motivazione è una staffilata: non si piega il Senato a discutere di pettegolezzi. Quello che la gente normale non ha colto della vicenda è che tutti gli atti depositati dal partito di Zingaretti erano condizionale. Pettegolezzi, appunti. Cose gravi di cui non si è sicuri. Ma che basta gettare in piazza, per ottenere un risultato. È la macchina del fango, che ripete le ipotesi così tanto che il condizionale, piano piano, diventa indicativo. Con un salto pindarico grammaticale, l’indicativo a volte riesce a diventare accusativo. Ed a quel punto è troppo tardi. Per questo, il Presidente si è opposta. Ed ha avuto pienamente ragione.
Faccio notare che non è frutto di un calcolo politico. Difendere Salvini in questo momento non è certo una priorità per Forza Italia. Di certo non ne ha bisogno. Quello che va difeso è l’ultimo briciolo di dignità delle istituzioni. E, senza alzare la voce, è stato fatto. Ma non è l’unico momento importante del dibattito politico in cui il Presidente ha fatto valere il buonsenso. In una intervista a Repubblica, alla classica domanda sull’immigrazione, ha dato questa risposta:
Lei è cattolica e i cattolici di questi tempi sono alle prese con un dramma che interroga le loro coscienze: gli sbarchi degli immigrati. Salvare vite umane per un cattolico non è un imperativo?
“Il soccorso è un principio universale che prescinde anche dal credo religioso e rispetto al quale nessun Paese civile può derogare. L’Italia ha svolto e svolge un ruolo fondamentale, spesso nell’indifferenza di altre istituzioni e di altri Paesi. È per questo che bisogna essere molto chiari: noi dobbiamo soccorrere tutti, ma non possiamo accogliere tutti”.
Non credo ci sia nulla da aggiungere. Una lezione di civiltà a diritto ad entrambi le ali di questa questione. Da parte di un corpo, centrale, sempre più bistrattato. E sempre più necessario per bilanciare il volo dell’intera nazione.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,