Ci osservano all’estero, imboccati e coccolati da una stampa di sinistra italiana che (s) ragiona conformandosi a quel terribile pensiero unico assunto come paradigma della verità. E le tesi sono costruite ad hoc, metodologicamente, spesso unidirezionali, con quella presunzione di appartenere ad una casta privilegiata di pensiero. W la libertà che fa i conti con la realtà, che non si innamora di un’idea, che coltiva il dubbio come metodo di superamento. E allora non meravigliamoci se la tesi del WASHINGTON POST, suffragata da studi a dir poco faziosi, considera gli attuali italiani, nella maggioranza, ignoranti, razzisti, ottusi. La colpa? Riprendendo un mantra che ha fatto la storia politica italiana, la responsabilità è di Berlusconi e della becera televisione che ha offerto Mediaset, imbambolendo e lavorando negativamente sulle coscienze. La disamina è ben circostanziata ed esposta da Maria Giovanna Maglie su Dagospia. Ma, mentre l’allora Fininvest offriva film, spettacoli di divertimento, cartoni animati stranieri, la Rai costruiva con astuzia e costanza quel forzato unidirezionale idem sentire e pensare a cui conformarsi per essere veri intellettuali, artisti, politici. Un lavoro di lavaggio del cervello che finiva sempre là, ove era possibile ridicolizzare il pensiero alternativo con applausi non richiesti. E la RAI diventava apparentemente un servizio pubblico per le aree politiche esistenti, ma la prevaricazione anche nei programmi di satira, era indubbiamente con lo sguardo a sinistra. L’informazione (ricordate Santoro) era veramente una macchina da guerra, i reportage martellavano esempi faziosi con un vestito di obiettività. Insomma chi avesse osato, dopo tanta dichiarata guerra al pensiero libero, veniva emarginato. E la dittatura, nella cultura in senso lato, della sinistra continua, sopra le righe della realtà, nel quotidiano, nei mondi dove ormai l’ideologia è un fortino chiuso e non ammette errori.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano