Sentenza che da molti verrà considerata “shock” e susciterà non poche polemiche è quella del Tribunale di Monza nei confronti di un cittadino nigeriano di 29 anni che ha aggredito due agenti di polizia.
I giudici infatti, nonostante avessero condannato l’uomo per direttissima a una anno di reclusione, gli hanno sospeso la pena concedendogli, in quanto richiedente asilo, tutte le attenuanti generiche. Il nigeriano tempo addietro aveva usato violenza contro tre donne nordafricane, aveva aggredito altri cinque connazionali e infine aveva assalito anche gli agenti di polizia che l’avevano, tra l’altro, trovato in possesso di marijuana.
Nonostante tutto ciò per i giudici l’immigrato ha diritto alle attenuanti generiche grazie anche “alle precarie condizioni di vita in quanto in attesa del riconoscimento dell’asilo politico” e questo gli ha risparmiato una condanna pesante.
E’ stato lo stesso sindacato di Polizia del Siap a riportare l’esito della sentenza. Il sindacato da tempo chiede più tutele per gli agenti che tutti i giorni rischiano la vita per garantire la sicurezza dei cittadini ed è ora sul piede di guerra, come dimostrano le dure dichiarazioni del suo segretario, Giuseppe Tiani: “Rimaniamo basiti per la sentenza emessa dal Tribunale di Monza. L’uomo ha precedenti di Polizia per rapina, aggressione a pubblico ufficiale e violenza sessuale. Per dovere e per cultura riconosciamo e rispettiamo le sentenze della giustizia italiana, ma decisioni di questo tipo non aiutano il nostro personale che quotidianamente interviene per garantire la sicurezza della cittadinanza“.
Parole che mostrano come le forze dell’ordine di sentano impotenti davanti a sentenze che finiscono per vanificare il loro lavoro e possono essere intese come una garanzia di impunità per chi decidesse di aggredire le forze dell’ordine. E tutto questo in un momento, dopo l’omicidio del carabiniere Cerciello Rega, in cui è alta l’attenzione sulle sentenze che riguardano aggressioni subite da uomini in divisa.
Anche l’assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato è voluto intervenire sull’argomento: “Tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza agli uomini e alle donne delle Forze dell’Ordine che, oltre a rischiare le loro vite tutti i giorni per difendere i cittadini italiani e garantire la nostra sicurezza, sono anche costretti ad assistere a sentenze di questo tipo. Sappiamo che uno dei principali problemi legati al rapporto tra agenti e giudici, è la scarsa severità con cui i magistrati, spesso e volentieri, trattano delinquenti che la Polizia arresta per reati minori. Quello che verrebbe da domandarsi di fronte a fatti simili, è se alcuni magistrati siano più dalla parte dei servitori dello stato oppure dei colpevoli di reato“.
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Questa sentenza dimostra una volta di più che fare il delinquente fa bene alla salute. Al massimo ti danno del biricchino una pacca sulla spalla e un ammonimento. VALE LA PENA ESSERE ITALIANI ONESTI?