Locazioni Galleria: approccio affaristico della Giunta, tutelare negozi storici

Milano

Sulle linee di indirizzo approvate dal Comune per le locazioni in Galleria si è espresso in una nota il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Fabrizio De Pasquale “Tasca si era impegnato a presentare un regolamento al Consiglio e invece ci propina una delibera di Giunta per confermare quanto da lui già fatto. E già bocciato dal Tar. Bisogna tutelare di più i negozi storici e far vivere la galleria evitando che rimangano solo marchi e ristoranti di lusso. Tasca finora ha punito i piccoli che pagano regolarmente e garantiscono occupazione per favorire con rinnovi automatici i grandi marchi, talvolta morosi e che cambiano sede da un giorno all’altro – prosegue De Pasquale -. Con la sinistra la Galleria perde la sua identità per garantire al Comune incassi che tamponino il profondo rosso dei più di 30000 fra alloggi e locali comunali”.

Anche Gianluca Comazzi, consigliere comunale e capogruppo di Fi in Consiglio regionale, ha polemizzato sulle decisioni prese dal Comune “La delibera di giunta che fissa le linee di indirizzo per l’assegnazione degli spazi in Galleria ci lascia perplessi. La volontà – politica, più che amministrativa – della giunta Sala è quella di ricorrere sempre più allo strumento della gara pubblica, senza prevedere adeguate forme di tutela per le attività storiche. Nei confronti di queste ultime vengono posti infatti una serie di paletti, il che non lascia dubbi sul modus operandi che il Comune vorrebbe adottare. Volendo essere schietti  il sospetto è che la giunta Sala utilizzi l’Anac come paravento per portare avanti un approccio affaristico, che – per usare le parole dell’assessore al Bilancio Tasca – alla tutela dell’identità preferisce la “redditività”. Nessuno nega l’importanza dei ricavi dati dall’affitto degli spazi in Galleria, ma il recente passato (e le brutte figure collezionate dalla giunta in una vicenda giudiziaria dove il Tar ha dato ragione ai ristoranti “il Salotto” e “il Gatto rosso”, annullando la gara vinta da altre due società) ci insegna che la bramosia è cattiva consigliera. Saremmo curiosi di sapere, per esempio, se anche brand internazionali come Gucci e Chanel dovranno sottostare a queste regole o se a loro verranno concessi rinnovi automatici. La tutela dei marchi storici e dell’identità del “Salotto dei milanesi” non può e non deve essere accantonata per mere logiche di business”.

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