Prospettive Il governo Conte bis sarà nella pienezza dei suoi poteri, come sulo dirsi. E a mio avviso a poco serve imprecare sul fatto che le forze che lo esprimono sono probabilmente oggi minoranza nel Paese e che, comunque, se si fosse andati al voto, la maggioranza che ne sarebbe uscita sarebbe stata di altro tipo e colore.
La Costituzione, che in momenti come questi mostra tutti i suoi limiti e la sua età, è chiara: il Presidente della Repubblica prima di sciogliere anticipatamente le camere deve per forza verificare se per caso in Parlamento non sia presente una diversa maggioranza. Il che è puntualmente avvenuto anche questa volta, con il risultato finale che vediamo. Ma se dal punto di vista formale le cose stanno così, diverso è il giudizio di sostanza politica che su di esse è pur necessario dare.Lasciamo stare le giravolte, i trasformismi, le parole rimangiate, che hanno dato una “coloritura” (l’espressione è di Pareto) a decisioni che sono state prese per puro e spregiudicato interesse politico. Fa parte del gioco, e a me sembra che nessuno degli attuali attori politici, in maggioranza o all’opposizione, abbia particolari credenziali di coerenza. Il fatto è però più sostanziale: gli italiani vivranno per lo più la nascita di questo governo come un’ennesima “manovra di palazzo” giocatasi alle loro spalle. La giudicheranno quasi come una provocazione nei loro confronti, e questo in un momento in cui la lotta fra la “casta” e il “popolo” domina i loro pensieri come e più di prima.
Certo non si può dire che sia stata, da questo punto di vista, una scelta saggia quella dei partiti che si sono assunti la responsabilità di non farli tornare alle urne e che per questo saranno giudicati alla prossima tornata elettorale. Va però aggiunto che c’è la possibilità che il contesto generale cambi presto, e così anche il giudizio della maggioranza dei cittadini su questo governo. Soprattutto se non si vota a breve. Ed è su questo azzardo o scommessa che, a mio avviso, le forze di governo giocheranno la loro partita.
Si tratta in sostanza di far dimenticare agli italiani Matteo Salvini, di fargli perdere il consenso che ha conquistato in questi mesi nel Paese e che avrebbe voluto utilizzare da “uomo solo al comando” una volta tradottosi in seggi elettorali. Affinché ciò accada ci sono due possibilità: o che il governo operi tanto bene da raggiungere un importante indice di gradimento fra gli italiani, oppure che la lontananza dal potere finisca per penalizzare Salvini dando ragione a quell’Andreotti d’antan che diceva che il potere logora chi non ce l’ha.
Per una serie di motivi, mi sentirei di escludere la prima possibilità: il contesto di crisi in cui operiamo; la prevedibile litigiosità fra e all’interno delle due forze al governo; le “ricette rosse” che esse prenderanno per accontentare la propria constituency e che sono forse ciò che di meno indicato possa esserci in questo momento per il nostro Paese… Tutto sembra remare contro il successo del Conte bis.
Più probabile è invece che si avveri la seconda ipotesi, considerato che all’opposizione Salvini si troverà di fronte a una serie di problemi non indifferenti: non avrà più un ministero da cui dimostrare praticamente il suo impegno; non avrà più la possibilità di incidere sulle nomine in scadenza; dovrà necessariamente darsi un’immagine di leader a tutto tondo che attualmente non ha. Salvini potrebbe non reggere alla prova, anche se almeno in linea di teoria non si può escludere che l’opposizione lo forgi così tanto da far emergere in lui una statura di leader vero (come avvenne nel periodo 1996-2001 a Silvio Berlusconi).
In ogni caso, il problema politico resta: gli italiani hanno per lo più un cuore a destra, mente il governo che entra in carica ha una forte coloritura di sinistra. Se Salvini dovesse fallire, uno spazio immenso, direi una “prateria”, si aprirebbe in quell’area per qualche nuovo protagonista.
Blog Corrado Occone filosofo liberale
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