Il fantasma di Majorino, il lessico ideologico del protettore dei migranti, ritornano a imporre una linea che, comunque, appartiene a Sala e alla Giunta tutta. Anche, naturalmente, all’assessore Rabaiotti che ha ereditato le patate bollenti del welfare. E allora questa prova di forza che attraversa il Governo e l’amministrazione milanese per cancellare le decisioni, le leggi dell’ex Ministro Salvini, si impone come prioritaria. E così il nuovo governo si è appena insediato, ma in Comune già si pensa alla strategia di cambiare la destinazione d’uso del Centro in via Corelli da Centro per i rimpatri a Centro d’accoglienza tout court. Rimangono alcune incognite e un po’ di burocrazia da espletare ma quel luogo brutto e cattivo marchiato da Salvini e diventato “luogo di segregazione”, secondo il lessico di sinistra, tornerà a sorridere nell’accogliere i migranti che arriveranno con i porti aperti. Ma volente o nolente, gli autori di gesti illegali, di violenze arbitrarie che vengono destinati all’espulsione, dove vanno? E’ una domanda dell’uomo comune, che desidera chiarezza e coerenza nell’attività della pubblica amministrazione, ma ritornando a quel “venghino, venghino” di accoglienza generalizzata, c’è solo il caos. E sempre l’uomo comune si chiede come si possano ignorare leggi ratificate l’altro ieri, come si possano teorizzare soluzioni a prescindere del normale buon senso. Ma chi ha detto che il pensiero comune politicamente corretto della sinistra sia un dogma, la verità assoluta?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano