“Sì alla crescita, allo sviluppo e agli investimenti attraverso un enorme shock fiscale”
“Caro Ministro,
in questa nuova fase della politica italiana ed europea, fase che si è aperta con il cambio di Governo e con l’insediamento della nuova Commissione, va visto positivamente il nuovo clima che si sta costruendo in Europa e tra gli operatori finanziari internazionali nei confronti del nostro Paese. L’apertura di credito che c’è stata, in via del tutto trasversale, da parte delle principali forze politiche dell’Unione verso il nuovo Esecutivo e il forte calo dello spread (tra i 100 e 150 punti base), causato dalla cessazione di quello che gli investitori hanno ritenuto il “pericolo sovranista”, è senza dubbio un fattore positivo. Altrettanto positivo è quanto accaduto ieri, con la Banca Centrale Europea guidata dal nostro Mario Draghi che ha aperto di nuovo i cordoni della Borsa a sostegno dell’economia europea. Misure monetarie, quelle dell’istituto di Francoforte, che sicuramente contribuiranno a creare condizioni più favorevoli alla crescita e allo sviluppo, a patto, come ricordato da Draghi, che si trasmettano attraverso opportune politiche economiche nazionali alle economie reali e che i paesi indebitati facciano la loro parte nell’intraprendere politiche per ridurre il debito e, infine, che i paesi che hanno margini di politica di bilancio, in primis la Germania, attuino quelle famose politiche di reflazione e di maggior spesa che abbiamo sempre invocato. Anche dal punto di vista dell’interlocuzione europea, l’assist di Draghi è sicuramente una grande opportunità da sfruttare.
L’Europa si aspetta dall’Italia credibilità, un cambio di passo sulle riforme, sulla crescita e sugli investimenti, ma si aspetta anche che cessino le politiche controproducenti delle spese assistenziali e clientelari in deficit. Anche i mercati, che in questo momento stanno dando fiducia al nuovo Esecutivo, sono in attesa di vedere nel concreto le politiche economiche intraprese e i relativi numeri, già dalla prossima Nota di aggiornamento al DEF. Bisogna quindi fare attenzione a non sbagliare la politica economica e a non fare l’errore di seguire approcci ideologici sul tema del fisco e della finanza pubblica. Al nostro Paese, in questo momento, servono coesione e un enorme shock fiscale, oltre che maggiori investimenti pubblici, con finalità di crescita. Al contrario, all’Italia non serve il continuismo con le politiche del passato, che hanno portato l’Italia in recessione per colpa di misure sbagliate e fallimentari, caratterizzate da un approccio di tipo meramente assistenzialista e statalista, bocciato subito da Europa e mercati. Il mantenimento del reddito di cittadinanza e di quota 100 rappresenterebbe proprio quel continuismo che va assolutamente evitato.
Potrebbe esserci un ampio consenso in Parlamento tra le varie forze politiche di maggioranza e opposizione su temi come la riforma fiscale e la neutralizzazione dell’Iva. Sull’ipotizzata estensione del reddito di cittadinanza, invece, questo consenso non ci potrà essere, perché questa scelta significherebbe una prosecuzione degli indirizzi fatti dal Governo precedente, fra l’altro in netta divergenza con le regole europee di finanza pubblica. La proposta di Forza Italia sulla flat tax, più volte presentata da noi in passato in sede di Legge di Bilancio, risolve totalmente quel pregiudizio ideologico di cui si diceva, così come lo risolve la nostra proposta di tagliare il cuneo fiscale sui redditi bassi. Ricordiamo che la nostra proposta di riforma fiscale, basata sulla flat tax in due step, prevede dapprima il passaggio dall’attuale sistema ad un sistema a due aliquote e poi a quello definitivo ad una aliquota sola, con una no tax area che rende il sistema progressivo, e quindi compatibile con i principi costituzionali, efficiente, semplice ed equo. Anche sul taglio del cuneo fiscale Forza Italia si è sempre spesa favorevolmente, a patto che si tratti di un taglio sostanziale, poiché uno del valore di 3-4 miliardi come quello che sembra essere in cantiere, temiamo possa sortire effetti quasi nulli sull’economia, guardando anche alle esperienze passate in cui questo taglio è stato fatto.
Per realizzare questo shock fiscale e rilanciare gli investimenti, tuttavia, è necessario disporre di risorse finanziarie. Quelle che si potrebbero ricavare eliminando da subito, appunto, quota 100 e reddito di cittadinanza (almeno 15 miliardi) e, su questo, ci permettiamo di dissentire da quanto lei ha dichiarato oggi nell’intervista al quotidiano ‘la Repubblica’. Queste due misure, infatti, dati alla mano, non hanno prodotto alcun effetto positivo sul mercato del lavoro, sui consumi e sulla crescita ma hanno, al contrario, portato l’Italia in recessione a fine 2018. Dirottare i 15 miliardi di queste misure sul taglio fiscale, ne siamo sicuri e l’evidenza empirica lo è con noi, sarebbe dirimente per poter riavviare efficacemente la crescita del nostro Paese”.
Lo scrive Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, in una lettera aperta al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
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