Guardalo là, il viso beato. In maniche di camicia con i grattacieli di Manhattan a incorniciare l’abbuffata e un hamburger gigante da divorare con voracità. E’ il BisConte dopo una conferenza infuocata sul clima all’ONU in un post su Instagram diventato il social più chic e preferito dai personaggi di successo. Il BisConte dopo aver predicato sobrietà, coerenza, con l’inchino facile e il trasformismo in tasca per essere preparato tutti i giorni, sta là sbracato a fare “il popolo” con un processo di immedesimazione che fa solo ridere. E voilà, secondo le sue convinzioni peregrine, il Conte bis diventa l’imitazione del populista. Ma l’autenticità è altra cosa. La verità della fatica è altra cosa. L’abitudine alla rinuncia guarda in silenzio l’esibizione di tanta inutile abbondanza. E se un Conte qualsiasi cambia in poche ore casacca è solo un gioco che nulla ha a che fare con le esigenze quotidiane. “Per pagare la bolletta mi sono dovuta vendere la fede nuziale di mio marito che è mancato l’anno scorso.” Grida esasperata una signora nella trasmissione Diritto e Rovescio. Una vita grama, con 400 euro al mese di pensione, l’incubo dell’incertezza, la povertà ormai senza dignità. Conte bis che inneggia ai migranti, che ha aperto i porti, che trascorre il tempo tra Cardinali e potenti della terra, sa che il reddito di cittadinanza non ha neppure sfiorato il dramma della povertà? “Questo è lo Stato che mi ha messo in ginocchio con 400 euro al mese. Noi parliamo tanto di carità per gli immigrati che scappano dalla guerra, ma non scappano dalla guerra. Se vado in casa di qualcuno busso, entro in punta di piedi. Questi entrano in casa nostra e pretendono dei diritti: perché? Questi non scappano dalla guerra, sarebbero grati alle persone che li accolgono. Sputano sul cibo che gli diamo”, conclude in un crescendo rabbioso.
Dedicato a Conte, Boldrini, PD e a tutte le anime che non vogliono capire
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano