Ciao sportivi e appassionati di diversi colori, siamo alla settima giornata e già emergono quelle che, se non sono ancora sentenze inappellabili, sono comunque un rinvio a giudizio per una delle due milanesi. Il riferimento è chiaro, mi spiace sia come cittadino milanese che come sportivo che ama il calcio, vedere il Milan ancora annaspare. Come in questo anticipo del Sabato contro il Genoa, a dispetto di una vittoria portata a casa con un fiatone grande e una prodezza di Reina nel finale. Un Milan in evidente difficoltà in varie fasi dell’incontro, che vede i rossoblu in vantaggio al 41′ grazie anche ad una paperaccia, sempre di Reina, e sfiorare più volte il raddoppio. Ad inizio ripresa, il Milan si scuote finalmente, e con l’ingresso di Paqueta e Leao qualcosa inizia a migliorare, tanto che arriva il pareggio di Hernandez. Nel giro di 5 minuti, il rigore che porta in vantaggio il Milan con Kessie (mani in area di Biraschi). Convulso il finale di partita con 4 espulsioni, (Calabria e Castillejo per il Milan, Biraschi e Saponara, dalla panchina, per il Genoa), e Reina che si riscatta, parando il rigore che avrebbe riportato in parità il risultato.
Nel terzo anticipo della giornata, la Spal conquista i 3 punti a spese del Parma (1-0), con un gol di Petagna alla mezz’ora del primo tempo, interrompendo la serie positiva degli emiliani appena iniziata con le vittorie nei 2 turni precedenti.
Passando a situazioni meno convulse e meno catalizzatrici di attenzioni nel contesto calcistico nostrano, è da rilevare un’altra decadenza visibile in quel di Genova, e si parla di Sampdoria. I blucerchiati incappano a Verona nella sesta sconfitta su 7 partite, scivolano in ultima posizione e mettono in discussione dopo diversi anni la loro permanenza in serie A. Bastano meno di 10 minuti al Verona per saltare sul tavolo verde e mettere in angustie Di Francesco sulla panchina che già scotta. Kumbulla, centrale classe 2000 prodotto dal vivaio rossoblu, si eleva su tutti e infila il pallone alle spalle del portiere doriano. Finale col raddoppio Veronese, sfortunato per la Samp, grazie ad una deviazione di Murru su tiro piazzato di Veloso, Audero spiazzato e titoli di coda per una partita che segna la crisi profonda dei sampdoriani.
Alle spalle delle prime, annaspano ancora Lazio e Roma, rispettivamente contro Bologna e Cagliari. Pareggio 2-2 per i laziali contro i rossoblu di Mihailovic, con Krejci, ma Immobile la riprende quasi subito. Bologna di nuovo avanti con Palacio, ma Immobile si ripete e acciuffa il pari definitivo, nonostante una chance ghiotta sprecata da Correa, che calcio sulla traversa un rigore a 2 minuti dal termine.
Nulla di faticoso invece per l’Atalanta, che pare aver smaltito le scorie delle recenti delusioni europee. Si libera del Lecce con un perentorio 3-1, autori Zapata e Gomez in 5 minuti tra il 35′ il 40′. Sigillo dopo 10 minuti della ripresa con Gosens, su servizio di Ilicic, inutile lo zuccherino del gol di Lucioni che accorcia le distanze a 4′ dal termine.
La Fiorentina infila il terzo successo di fila a spese dell’Udinese, e riprende quota nella zona medio alta della classifica, le basta un gol al 72′ di Milenkovic che incorna su calcio d’angolo e mette la ciliegina sulla torta nella sua partita esemplare.
In alto sembra ormai anomala l’assenza del Napoli, che va ad impattare contro il Torino in una partita senza gol, anche se le occasioni non sono mancate da una parte e dall’altra. La più clamorosa forse al 69′, quando Llorente si divora letteralmente l’occasione per portare in vantaggio gli azzurri e, completamente solo, manda fuori di testa un pallone d’oro. Brutto infortunio per il laterale albanese del Napoli, Hysaj, che cade pesantemente a terra in uno scontro di gioco con Ansaldi. Il giocatore batte la testa sul terreno, ed esce in barella stordito.
A chiudere la serata, l’incontro più atteso, il big match della settima giornata tra Inter e Juventus, cosiddetto derby d’Italia. Partita combattuta tra due grandi squadre, ma alla fine la spunta quella che innegabilmente ha l’ossatura migliore, più collaudata ed esperta, e dispone di una vasta gamma di scelta anche in panchina. Va in vantaggio a sorpresa, quasi subito (4° minuto) con Dybala, che aggancia un preciso assist di Pjanic e supera Handanovic con un secco diagonale da sinistra. Il portiere nerazzurro forse non impeccabile in questa occasione, sfiora con la punta delle dita ma non abbastanza da deviare la rasoiata precisa dell’argentino. Reagisce l’Inter, e riagguanta il pari dopo un quarto d’ora scarso (al 18′) con un rigore parso abbastanza netto di De Light, che nel tentativo di anticipare Lautaro salta con un braccio lontano dal corpo e tocca col gomito in area. Lo stesso Lautaro segna, nonostante il tentativo di Szczęsny di intercettare il tiro, piuttosto forte e preciso del “Toro” Martinez. Dopo una nuova occasione per Dybala, e una traversa colpita da CR7 con una sua invenzione da fuori area, è l’Inter a riprovarci con Vecino, da posizione leggermente decentrata lascia partire un destro che De Light tocca e devia quel che basta per mandare il pallone sul palo esterno, con il portiere ormai fuori causa. La Juve manda in campo Higuain e al pubblico nerazzurro vengono i sudori freddi, memori dello scorso campionato quando proprio il “Pipita” regalò la vittoria ancora ai bianconeri, segnando a pochi secondi dal termine il 2-3 finale. Ebbene, anche ora, ancora lui e ancora nei minuti finali, riesce a giustificare il timore della tifoseria interista con un altro gol decisivo, al quale fino all’ultimo tenta di replicare un’Inter mai doma. Ed è necessaria una grande uscita di Szczęsny sui piedi di Vecino, ormai ad un passo dal gol, per evitare all’86’ il nuovo pareggio, probabilmente definitivo, dell’Inter. Partita vibrante a S.Siro, vince la Juventus con merito, ma l’Inter ha ottimi motivi per non abbattersi e tornare subito in corsa perchè, dopo Barcellona, anche in questa occasione ha dimostrato che il livello tecnico, agonistico e mentale della squadra è in netta crescita rispetto agli anni passati. In sostanza, l’aver perso con onore mettendo in difficoltà una squadra con Messi e Suarez, e battendosi con coraggio e determinazione (forse anche un pò di stanchezza) contro la Juventus, deve dare vigore e convinzione più che amarezza. Anche perchè è del tutto improbabile che in una sola stagione, nonostante la crescita evidente, si possa colmare il gap con una squadra che vince il campionato da 8 anni consecutivi. L’Inter rimane per ora un gradino sotto le più grandi, ma di certo ne ha riguadagnati più d’uno nei confronti di molte altre, sia in Italia che in Europa. E il campionato gode, perchè vede una lotta più equilibrata e avvincente fino alla fine, senza più distacchi abissali nelle prime posizioni.
P.S. La partita che doveva essere uno degli anticipi di questo turno, Brescia – Sassuolo, è stata rinviata al 12 Dicembre causa lutto per la scomparsa di Giorgio Squinzi, patron del Sassuolo (ed ex presidente Confindustria), le cui esequie si svolgevano proprio Venerdì 4 Ottobre, in coincidenza dell’orario di inizio della partita.