Le incompiute di Granelli: la pista ciclabile di via Monterosa

Milano

Le piste ciclabili sono la croce e la delizia di questa amministrazione, come la precedente. È una dolce ossessione che porta a farne ovunque. Tendendo a dimenticarsi di quelle precedenti. Perché, dopotutto, l’importante non è che funzionino, siano vissute o servano. L’importante è farne di nuove. Volete una prova? Ecco a voi il caso della pista ciclabile di viale Monterosa, come magistralmente naratto dal consigliere Franco Vassallo, del Municipio 7:

“Pista ciclabile via Monterosa un’opera incompiuta a discapito delle periferie. Che intende fare l’assessore Granelli ?

Anche questa volta personaggi dell’attuale giunta Sala a governo della città non perdono occasione per dimostrare la loro indifferenza verso le periferie, quelle zone popolari non chic tanto decantate nei programmi dell’attuale primo cittadino.

La ciclabile così fortemente voluta dall’assessore Granelli, giace come un’opera incompiuta a spese dei cittadini e di tutti quelli lavoratori che si sono visti aumentare il biglietto dei trasporti o che devono pagare il ticket d’ingresso in città. Soldi che sicuramente sarebbe stati più utili a sistemare la manutenzione delle strade, come la pista ciclabile di via Pompeo Marchesi sollevata dalle radici e abbandonata per mancanza di soldi e d’appalto.

Ma cosa più grave, sarebbero potuti servire a mettere in sicurezza l’anello viabilistico del quartiere Olmi, dove hanno perso la vita parecchie persone a cause di investimento o incidenti per l’alta velocità.
È triste vedere come siano stati spesi soldi dei contribuenti per avere una pista ciclabile realizzata a tratti e non percorribile.

Viene logico domandarsi quali sono i criteri con cui vengono utilizzati i soldi, se poi non c’è alcun riscontro delle opere realizzate ?
Anche i cittadini del quartiere Olmi pagano le tasse e da anni chiedono la messa in sicurezza dell’anello viabilistico. Dove finiscono i loro tributi ?

A mio parere. l’assessore Granelli non ha risposte a questi quesiti, semplicemente perché esulano totalmente dal suo modo di intendere il mandato affidatogli. Possiamo solo sperare che stia a braccia conserte, fino alla fine del mandato”.

La conclusione mi sento di sposarla in toto. Nessuno discute la buona volontà dell’assessore, ma forse, da qui a fine mandato, possiamo anche pagargli le ferie. Operazione che, alla fine, costerebbe meno che pagare per i futuribili disastri ed incompiute che una lunga campagna elettorale rischierebbe di portare.

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