Legge di Bilancio 2020: quali imposte aumentano e quali diminuiscono

Attualità

Legge di Bilancio 2020: un’altalena quella di imposte e tasse, tra tanti aumenti e poche lievi diminuzioni. Ecco quali aumentano, e di quanto, e quali sono invece quelle che verranno ridotte.

Legge di Bilancio 2020: gioco di contrappesi tutto sbilanciato in favore dell’Erario per tasse ed imposte, tra tanti aumenti ed alcune lievi diminuzioni. Nella Manovra si nascondono una serie di balzelli che porteranno ad un appesantimento del carico fiscale su imprese e cittadini.

Dall’aumento della cedolare secca sugli affitti a canone concordato, fino alle imposte dovute per chi compra casa, passando per la nuova stretta alla tassa del 15% per le partite IVA, le novità in arrivo con la Legge di Bilancio 2020 sono davvero molte.

A fare i conti con un aumento delle tasse dal 2020 saranno quasi certamente i contribuenti con redditi elevati: l’addio alla possibilità di portare le spese dell’anno in detrazione fiscale porterà ad un incremento delle imposte sui redditi dovute.

Non si salveranno però nemmeno i titolari di redditi bassi: l’aumento delle imposte dal 2020 sarà “democratico” e colpirà tutte le categorie di contribuenti e consumatori.

Legge di Bilancio 2020: quali sono imposte e tasse che aumentano

Numeri e dettagli sono messi nero su bianco nel Documento Programmatico di Bilancio, il quale delinea il percorso che il Governo intende seguire all’interno della Manovra finanziaria.

Messi da parte i 23 miliardi di euro necessari per evitare che aumenti l’IVA, le possibilità a disposizione del Governo sono limitate, ed è proprio questo il motivo alla base dei tanti piccoli ma rilevanti balzelli su tasse ed imposte vigenti.

Come accade di frequente, la casa diventerà uno dei primi bersagli. Sia chi affitta che coloro che acquistano la prima o una seconda abitazione dovranno fare i conti con l’aumento di tasse ed imposte dal 2020.

Nello specifico, con la Legge di Bilancio 2020 ad aumentare sarà:

Anche l’introduzione di limiti di reddito per fruire delle detrazioni Irpef del 19% avrà come effetto quello di portare ad un incremento della pressione fiscale sui contribuenti con redditi più elevati. L’addio ai rimborsi Irpef su spese sanitarie, veterinarie, così come spese scolastiche, universitarie o per l’assistenza di anziani e disabili, ha come obiettivo quello di riequilibrare la tassazione e fare ordine tra le taxexpenditures.

Il decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020 prevede, tra l’altro, l’aumento della tassa sulla fortuna, ovvero l’imposta dovuta sulle vincite a Gratta e Vinci e Superenalotto.

Porterà verosimilmente ad un aumento dei prezzi dei beni alimentari la plastictax, che dovrebbe partire dal mese di giugno 2020 ed esser pari ad 1 euro per kg di plastica utilizzata per l’imballaggio di prodotti alimentari.

Al vaglio del Governo vi è, tra l’altro, l’ipotesi di aumento delle accise sul gasolio, mossa che porterebbe ad un rialzo dei prezzi e a maggiori entrate per l’erario pari a 2,25 miliardi di euro

Tasse e imposte in Legge di Bilancio 2020
Cosa aumenta Cosa diminuisce
Imposta ipotecaria e catastale, da 50 a 150 euro ciascuna
Imposta ipotecaria e catastale (vendite con IVA), da 200 a 150 euro ciascuna
Cedolare secca affitti dal 10% al 12,5%
Cedolare secca già fissata al 15% dal 2020, l’aliquota del 12,5% è tecnicamente una riduzione
Tassa sulla fortuna, dal 15% al 25%
Taglio del cuneo fiscale, solo per lavoratori dipendenti
Aumento tassazione partite IVA con riduzione forfettario
Sterilizzazione aumento Iva
Stretta alle compensazioni tra imposte e crediti
Plastic Tax, 1 euro al Kg
Accise sul gasolio

Aumento tasse per le partite IVA dal 2020

La nuova riforma del regime forfettario per le partite IVA rappresenta, gioco forza, un ulteriore elemento del piatto della bilancia che “pesa” l’aumento delle imposte dal 2020. A questo si aggiunge l’abrogazione della flattax per le partite IVA dai 65.001 euro ai 100.000 euro.

L’effetto previsto nel prossimo triennio in termini di maggiori entrate, e quindi aumento di tasse, è riportato nel Documento Programmatico di Bilancio 2020:

Misura Effetti finanziari % PIL 2020 2021 2022
Riforma regime forfettario e abolizione flattax partite IVA 0,014 0,104 0,073

L’incremento delle entrate per lo Stato sarà dovuto essenzialmente al ripristino dei limiti per l’accesso al regime di tassazione agevolato per le partite IVA:

  • sarà reintrodotto il limite di 20.000 euro relativo al valore dei beni strumentali;
  • sarà reintrodotto il limite per i compensi ai dipendenti, che passerà tuttavia da 5.000 a 20.000 euro;
  • si pensa di reintrodurre il limite di 30.000 euro di reddito da lavoro dipendente o pensione.

Assume i contorni di un vero e proprio prestito forzoso la nuova stretta alle compensazioni sopra i 5.000 euro che, oltre a contrastare le frodi, renderà di fatto impossibile per imprese e professionisti utilizzare i crediti Irpef, Ires e Irap prima della presentazione della dichiarazione dei redditi (la cui scadenza è fissata il 30 novembre).

Misura Effetti per il 2020 (milioni di euro)
Riduzione compensazioni indebite 836
Slittamento 248
Totale effetti per il 2020 1.084

Tra tanti aumenti, alcune diminuzioni: le tasse che si ridurranno nel 2020

Accanto ai tanti aumenti, il 2020 sarà anche un anno di lievi diminuzioni. Un’amara consolazione, della quale potranno però beneficiare soltanto alcune categorie di contribuenti.

Nell’elenco è sicuramente necessario menzionare l’IVA, che resterà così come ad oggi e non salirà al 13% ed al 25%.

A beneficiare della riduzione delle imposte saranno poi i lavoratori dipendenti destinatari del taglio al cuneo fiscale, anche se ad oggi è difficile ipotizzare sia quali saranno i reali beneficiari della misura che a quanto ammonterà il taglio delle tasse in busta paga.

Si riducono anche le imposte ipotecaria e catastale sulla vendita di immobili soggetti ad IVA: da 200 euro si passerà a 150 euro cadauna.

È controversa invece la questione della cedolare secca: se da un lato è vero che si va verso un aumento del 2,5% dell’imposta dovuta sui redditi relativi alle locazioni a canone concordato, è pur vero che si tratta in realtà di una riduzione rispetto a quello previsto a normativa vigente. A partire dal 1° gennaio 2020 infatti l’aliquota oggi fissata al 10% sarebbe dovuta salire al 15%.

Un dettaglio che non cambia lo scenario: il conto in arrivo per il 2020 è salatissimo.

Anna Maria D’Andrea 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.