“Il problema è che le persone hanno smesso di sperare. Non immaginano un futuro migliore del presente. Non coltivano sogni. Non rischiano. Non si spingono oltre il limite.” Sintetizza in un’intervista ad Huffington Post, il Direttore generale del Censis, Massimo Valerii che scrive da anni il rapporto sulla situazione sociale del paese, dopo aver auscultato i movimenti dell’anima collettiva degli italiani, quantificando la rabbia, il desiderio, la frustrazione, i sogni, le speranze, le angosce. Il ritratto di un’Italia in crisi, soprattutto psichicamente, dove l’effetto manifesta tutto il malessere irrisolto. “… i movimenti populisti sono una conseguenza della crisi, non sono una risposta. Poiché non propongono un progetto di riscatto, ma politicizzano un sentimento divenuto dominante: l’insicurezza….Sarebbe un errore pensare che quella che è stata un’operazione parlamentare, seppure legittima, sia il riflesso di una nuovo clima sociale nel paese.” Lontani i tempi quando la fragilità economica spingeva l’uomo ad essere solidale, a costruire: una paralisi di paure, di insicurezza dominano questa stagione. “Al momento, la politica ha rinunciato anche allo storytelling. Si muove nell’orizzonte del giorno per giorno. “I potenti – ha scritto la politologa americana WendyBrown – non hanno più le sembianze dei sovrani ma quelle di soggetti di conversazione”. Uno sguardo all’attualità, ai giovani che emigrano all’estero, al Reddito di Cittadinanza che in un anno non ha dato lavoro a nessuno, allo smercio di droga sempre più invadente, alla nascita della criminalità fra i giovanissimi, alla mancanza di idee e progetti forti di una politica spesso allo sbando. E l’immissione di tanti disperati su cui spesso fare business, non aiuta a chiarire un quadro sociale di ingiustizie.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano