Per una volta, mi sia consentito, non ce la prenderemo con la Giunta. Il titolo non si riferisce minimamente a loro. Perché, ogni volta che pensi di aver toccato il fondo (disattenzione per le periferie, sicurezza in secondo piano, visione Navigliocentrica) c’è qualcuno che si mette immediatamente a scavare. Perché esiste una sinistra ancora più sinistra che fa del degrado una bandiera. Ed è un mondo affascinante. Per quanto ho potuto analizzare si divide in due mondi.
Uno puramente nichilista, di matrice anarchica, fortemente critico con la sinistra fintamente intellettuale, cuore rosso e portafoglio a destra, che si sta prendendo le periferie perché i prezzi di Milano là relegano i finti ricchi. E poi un popolo diffuso che sogna passati mai esisti e futuri ecologico pauperisti fatti di capanne nella città più cara d’Italia.
Ve lo devo confessare, non riesco ad indignarmi con i primi. Dovendone trovare un esempio i più simpatici sono quelli di Qu.Lo. Quasi Loreto. Ovvia presa in giro di NoLo, la parte di via Padova che artisti, radical di ogni tendenza e investitori hanno strappato al degrado. Con ideali di partecipazione, condivisione ed integrazione resistiti fino al terzo ubriaco in strada sotto il loro (carissimo) portone nuovo. Loro sognano la vecchia Milano. Come dei reazionari qualsiasi. Non che siano di destra, ovviamente. Sono anarchici. Semplicemente condividono il triste fato, che ogni liberale conosce bene, di amare un’ideologia che il Presente ha dimenticato.
Il loro amore per una Milano viva e vitale, la cui esistenza produce anche cose che non mostrereste in foto alla nonna il pranzo della Domenica è, in qualche modo, commovente. Come tutte le idee sconfitte dalla storia (senza fare numeri eccessivi di morti). Ma la loro Vandea, via Padova, li ha dimenticati. E loro si vendicano con ironia. E chi scrive sorride nel vedere i vincitori, che da giovani idealisti erano decisamente QuLers, diventare, man mano che lo spirito NoLer incontra il mercato, dei sani capitalisti liberali. Per finire a sostenere, per avere più sicurezza, quella parte politica che tanto avevano combattuto. Via Padova capta ferum victorem coepit. Conquistata Via Padova, essa conquistò il barbaro vincitore.
Il secondo genere è decisamente più pericoloso. Non dal punto di vista ideologico. QuLo tocca vette del pensiero in confronto. Ma come numero. L’esempio che riporto è sul nuovo stadio a San Siro. Il fatto che la zona sarà riqualificata, che aumenterà in valore e prestigio, che vedrà diminuire il degrado non li sfiora nemmeno. No. Il problema è il cemento. Che sarebbe anche un’obiezione seria se venisse da Corona, che vive ad Erto (BL) in una casa di pietra in mezzo alle capre. Ma immagino che queste critiche vengano da gente che abita in condominio come tutti noi. E che si lamenta del fatto che manchi sicurezza, che ci sia poco verde curato e che nessun valorizzi mai il quartiere.
Poi, quando arriva qualcuno a farlo, parte la rivolta. Qui le due strade si uniscono. Il degrado è noto, confortevole e tutto sommato gestibile. L’efficienza, no. Il successo, no. Il nuovo, no. Diceva il Censis che siamo un paese vecchio e rancoroso. Non si riferiva solo alla destra. È un problema universale, diffuso, pervasivo e devastante sul lungo periodo. Può essere simpatico come QuLo e petulante come le critiche contro lo stadio, ma resta un veleno che ci ucciderà tutti se non adottiamo un antidoto efficace. Che non può essere Sala, ovviamente.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,