Agli inizi del 1800, Milano era già una città in grande fermento. In quella Milano, viveva il Conte Luigi Porro Lambertenghi.
Il conte Porro Lambertenghi, animo inquieto e curioso, un liberale ante litteram, trasformò il suo palazzo in un ritrovo di pensatori, fra i quali: il Senatore Federico Confalonieri, il Poeta Giovanni Berchet, Silvio Pellico e Lord Byron, uno dei principali esponenti del Romanticismo inglese, col quale, il Conte Porro Lambertenghi soggiornava spesso a Londra.
E fu proprio nel 1818, di ritorno da uno di questi soggiorni, che il Conte Lambertenghi portò con se da Londra una strana macchina che, alimentata a carbone, produceva un gas che poteva essere bruciato nelle lampade.
Da li a poco, il Conte utilizzò quel Gas per realizzare una piccola rete domestica di alimentazione, con la quale, illuminò a giorno i saloni della sua dimora milanese.
Insomma, per farla breve, il primo palazzo illuminato di Milano, fu proprio casa Porro Lambertenghi, in via Monte di Pietà 15.
La cosa non passò certo inosservata, visto che persino Silvio Pellico ne parlò nel suo celebre: “ Le Mie prigioni”.
Dopo l’illuminazione di casa Lambertenghi, nel 1832 venne istituita la prima illuminazione pubblica in occasione dell’inaugurazione della galleria De Cristoforis, che non a caso venne ribattezzata Contrada “de veder”. Da quel momento, le Vie di Milano furono progressivamente illuminate a Gas, un Gas ottenuto dalla “distillazione” del carbone, procedimento che avveniva in Via Monte Napoleone.
Fu il primo passo verso la creazione dell’attuale rete di distribuzione elettrica cittadina. La massima diffusione dell’illuminazione pubblica a Gas, venne raggiunta nel 1905, quando l’Union des Gaz di Parigi, aprì su quel terreno dismesso, oggi ribattezzato la Goccia della Bovisa, un complesso di imponenti officine in grado di produrre 300 mila Mc al giorno di Gas, sempre ricavato dalla distillazione del carbon fossile, che avrebbero più che raddoppiato la disponibilità in rete di Gas per l’illuminazione Pubblica della città.
L’era del gas a Milano terminò alla fine degli anni Venti, quando, poco a poco, prese il sopravvento l’energia elettrica.
Fino a qui, un sunto della Storia dell’illuminazione Pubblica meneghina.
Ai giorni d’oggi, dopo l’approvazione del “Piano finalizzato all’efficientamento energetico” da parte del Comune di Milano nell’ aprile 2014, Milano è illuminata a Led.
I circa 136.000 punti luce pubblica della città, una rete che consumava elettricità annua per 114 Milioni di Kwh (chilowattora), sono stati via via sostituiti ed il loro consumo, ridotto del 51,8%, risparmiando così ogni anno, l’equivalente di circa 11.000 Tonnellate di petrolio.
Visto che oggi è d’attualità parlare di CO2, va detto che la nuova rete a Led, grazie al minor consumo, ha evitato l’emissione di circa 23.000 tonnellate di CO2 all’anno. Grazie alla maggior efficienza, sono diminuiti di circa 60.000 unità, i corpi illuminanti sostituiti ogni anno, con un risparmio di 9 Tonnellate di rifiuti annui.
Tutto bene quindi?
Non proprio direi, la luce a led, per il fatto di essere più “direzionata” a creato molti angoli bui.
Un problema che è facilmente risolvibile… basta aggiungere punti luce!
Mi rendo conto che ciò è più facile a dirsi che a farsi, conosco le difficoltà di Amministrare un territorio, per questo ho avanzato, da oltre un anno, una proposta che ritengo ragionevole: sostituire, in prossimità di aree cani, aree gioco bimbi, gazebo cittadini, la calotta a Led ad una lampada, con una calotta a Led a due lampade. In questo modo, molte situazioni andrebbero a risolversi.
Ho chiesto una sperimentazione in alcune aree cani del Municipio 5, penso a quelle del Parco della Resistenza ed al Parco di Via Jan Palach, compreso il Gazebo dello stesso Parco Pubblico. Sostituendo una decina di calotte… ci si potrà immediatamente rendere conto se la soluzione è percorribile in altri e tanti luoghi del municipio 5 e… perché no, della città.
Io penso abbia ragione OlMi… La luce è un presidio di sicurezza e a Milano, per 6 mesi l’anno, è già buio dalle ore 18:00.
Che ne pensate?
Disegni di Giorgio Romanelli
Testi e contesti di Erminio Galluzzi
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