Il vento della libertà gonfio di paure non dette, di sogni da sottacere, di sentimenti divisi, di imposizioni da rispettare, arbitrarie…quel vento nella notte del 9 novembre del 1989 travolse la storia, impose i suoi diritti. Con la forza di un popolo che voleva la libertà, l’abbraccio, il dialogo. Cadde il muro di Berlino. Cadde il regime totalitario comunista. Cadde un simbolo che aveva creato divisioni, sospetti, schiavitù. Allora, nell’euforia di una libertà conquistata, davanti al colosso sovietico in frantumi, si passò oltre le differenze sociali e, con una visione politica forse semplicistica, si avviò l’attuale processo di globalizzazione e si pensò che un mercato auto-regolantesi avrebbe annullato disparità e difficoltà a cui lo statalismo senza scampo aveva dettato comportamenti e modi di pensare. Quel vento soffiava forte, prefigurando integrazione, ascoltava la spinta dei popoli in cerca di fratellanza, sperava in una costruzione europea purtroppo oggi fallimentare. E oggi infatti assistiamo all’aridità di un centro economico che difende regole discutibili, lontanissimo dal quotidiano della gente. Nell’euforia del crollo del muro di Berlino, si è pensato che fosse manifesto il fallimento di un comunismo sporco di sangue, di vessazioni, platealmente anacronistico, ideologicamente inefficiente, totalitario senza attenuanti. La Storia ha giudicato, cancellato l’esperienza tragica, equiparati i crimini nazisti a quelli comunisti, ma la pace tra voci estreme non c’è. Il fantasma fascista sventolato in Italia è diventato l’alibi per una violenza senza motivo: i gruppi che si richiamano al comunismo nascono e crescono in Parlamento e la loro fierezza, questa sì, dovrebbe preoccupare. Dice Fidanza (FdI) in un’intervista “… ma la mentalità della sinistra è la stessa di sempre. Hanno sostituito il comunismo e la dittatura del proletariato con il globalismo europeista e la dittatura del politicamente corretto. È stato abbattuto il muro di cemento armato ma hanno mantenuto un muro ideologico più subdolo, un totalitarismo soft in cui se provi a difendere un’idea di società diversa dalla loro vieni marchiato, censurato, additato”. Dov’è il fascismo strisciante dei nostalgici che anche numericamente sono praticamente inesistenti? Ma l’odio, la convinzione che la dittatura del pensiero comune di chiaro stampo comunista fa seguaci e domina un partito che sa solo arrampicarsi nelle “certezze” del pensiero dominante. Un nuovo vento di libertà per i pensieri omologati, per i pregiudizi, e far crollare i muri che vogliono sopravvivere ancora ben saldi ad un’ideologia condannata dagli uomini illuminati, dalla Storia, dal sangue di tante vittime
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano