Così si fa. Occorre essere pronti per ogni evenienza perché Milano è Milano, soprattutto con un Sindaco smart, green, re dei social. E allora senza verificare i dettagli di usura, è giusto dare via libera, con una determina, all’acquisto di oltre 250 bandiere (italiana, europea e civica) di vario formato per una spesa di circa 4mila euro. Con le bandiere, anche 20 coccarde tra tricolore e bicolore (bianco e rosso). Una dotazione di vessilli che entra nel patrimonio del Comune e che sarà poi distribuita secondo necessità nelle diverse sedi dell’amministrazione. E’ la nuova politica partecipata di Sala e compagni? Magari ci sta una bandiera nuova di zecca per ogni Municipio, per ogni ufficio, nelle sale di rappresentanza a sventolare Milano, l’Italia, l’Europa. Deve aver pensato, Sala, che nelle occasioni future, con il prestigio di una città campione per la nazione, per l’Europa, il simbolo deve lanciarsi con tutti i suoi colori nel cielo del futuro. Non chiedetevi se fosse così necessario spendere 4mila euro per le bandiere, perché sì, è un segno di presenza, di distinzione e più sono le bandiere, più si affermerà il mito. Oltre alle bandiere, il Comune ha autorizzato il “restauro” di uno dei gonfaloni di rappresentanza. Sono tre, infatti, i vessilli ufficiali che raffigurano Sant’Ambrogio, patrono della Città, con la scrofa semilanuta e le porte medievali di Milano. Il più grande dei tre gonfaloni viene conservato ed è sempre esposto a palazzo Marino, in sala Alessi, mentre gli altri due, più piccoli, vengono utilizzati in occasione di cerimonie istituzionali. Niente da eccepire: a un Sindaco super rappresentativo, deve corrispondere un apparato super rappresentativo. Aspettiamo su Instagram la foto di Sala con la coccarda nuova e la fierezza di chi può.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano