Ciao..Bella Ciao…Ciao per quella metafora avvilente che sei diventata, per quel simbolo usurpato che invade anche l’Europa, per quell’esigenza di essere la comunità, ormai, del nulla. Un vestito di musica per tutte le stagioni, per teste all’ammasso, per chi vuole omologarsi e sentirsi forte. Peccato.. Era una ballata delicata che esaltava un partigiano, ma erano partigiani anche i liberali, i democristiani. Ciao…Bella ciao.
Dopo le stonature della Boldrini, l’abuso nell’utilizzazione, oggi riempie le piazze con le sardine. Un nulla che candidamente confessa di non avere idee politiche, di non conoscere il modo per risolvere i disastri della politica attuali, di non avere un cappello partitico (affermazioni dalla Gruber di Santori). Sono, in sintesi il nulla senza colore, con l’hobby di ritrovarsi e riempire le piazze, di mostrare quanto sono numerosi. Un nulla che non propone forse perché non sa proporre, un nulla che sa vomitare, come collante, l’odio contro Salvini. Ciao…Santori ciao, del nulla che parla di integrazione utopica tra bianchi e neri, tra poveri e ricchi, “non fa altro che ripetere le parole evangeliche” (Sallusti).
Ciao: un saluto non si nega a nessuno, ma del cherubino Santori e delle sardine al seguito non ne sentivamo la necessità
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano