Buon Lunedì amici calciofili, eccoci alla sedicesima, e agli anticipi del Sabato che partono con un Brescia risorto al ritorno della “cura Corini“. A farne le spese il Lecce, spazzato via da un perentorio 3-0 imposto nell’ordine da Chancellor, Torregrossa e Spalek, tutto tra il 32′ e il 61. Balotelli ci prova e ci riprova, ci vas vicino più volte ma il pallone lo fanno entrare altri, va bene ugualmente per la squadra e per i tifosi che ritrovano la serenità perduta.
Grossa sorpresa invece a Napoli, dove il Parma non intende affatto dare il benvenuto a Gattuso sulla panchina partenopea, e anzi gli rifila il primo ceffone. Il Napoli non è un interprete di un brutto calcio nè di una brutta prestazione, ma offre il fianco ad un Parma che non gli perdona la scarsa concretezza in fase conclusiva, e lo punisce con due cursori che, se in giornata di grazia, mettono in angustie chiunque. Kulusevsky e Gervinho, loro due gli autori della calata parmense, con il giovane talento svedese che mette a nudo impietosamente un Koulibali non in condizioni ottimali. Accade quasi subito, il difensore del Napoli perde palla a centrocampo e gli tocca inseguire vanamente il poderoso e giovane Kulusevsky , che arriva solo davanti a Meret e lo infila senza scampo. Koulibali, peraltro, conclude malissimo la sua presenza in campo uscendo poco dopo per infortunio. Il Napoli riesce a pareggiare con Milik, su nuon servizio di Mertens al 65′, ma ion pieno recupero arriva la beffa emiliana, ad opera ancora di quei due di cui sopra. Contropiede micidiale, Kulusevsky che pesca Gervinho ormai solo in area e non può che segnare la fine della partita e l’inizio di una crisi napoletana già vagante da tempo.
Ultimo anticipo, derby della lanterna tra Genoa e Sampdoria, e la spuntano i blucerchiati di Thiago Motta, di misura, con un gol di Gabbiadini all’85’. Partita piuttosto spezzettata e poco avvincente, probabilmente ha vinto la squadra meglio attrezzata tecnicamente, anche se il Genoa non avrebbe demeritato il pareggio.
La Domenica riserva qualche risultato scontato, come quello di Torino dove la Juventus si sbarazza agevolmente dell’Udinese con una doppietta di Ronaldo e un gol di Bonucci, anche se incassa ancora un gol nel finale da parte di Pussetto, che addolcisce la pillola all’Udinese ma cambia di nulla la sostanza.
Altro risultato secondo pronostici a Roma, tra i giallorossi e la Spal finisce 3-1 con rimonta romanista. La squadra di Fonseca va sotto su rigore di Petagna, ma se avesse concretizzato un terzo delle occasioni create sarebbe stata avanti di 3-4 gol. Ci pensano poi Pellegrini (con lieve ma decisiva deviazione di Tomovic), Perotti anche lui su rigore, e Mikhitaryan a pochi minuti dal termine. Ora la Roma vede la zona Champions, Lazio permettendo che, se Lunedì dovesse battere il Cagliari consoliderebbe il terzo posto assoluto.
Le sorprese, anche se non in assoluto, vengono da Bologna. Gli autori di un’impresa storica dell’Atalanta, per la prima volta agli ottavi di Champions, forse ancora ebbri di euforia giustificata, lasciano i 3 punti ai rossoblu di Mihailovic, rispondendo parzialmente al Bologna solo nel secondo tempo, quando al 15′ Malinovsky riapre una partita che per l’Atalanta sembrava ormai segnata, con il Bologna che era già andato a segno in doppia cifra con Palacio e Poli. I bergamaschi avranno di certo altre occasioni per riprendere il filo del loro gioco, ma non dovranno perdere troppo tempo perchè i punti dalla vetta iniziano ad essere importanti.
Nella parte medio bassa della classifica naviga ancora il Milan, che a S.Siro non va oltre lo 0-0 con il Sassuolo, nonostante un gol di Hernandez annullato dalla VAR nel primo tempo, e un paio di grosse opportunità di Leao, svanite per un soffio, o meglio per un legno. Due infatti, i pali colpiti al rossonero, per il rammarico suo e della squadra tutta, che dopo due vittorie consecutive non centra la terza e rimane in anonimato di classifica.
Fuochi d’artificio a Verona, dove la squadra locale e il Torino si scambiano pari pari 3 regalucci natalizi che alla fine non premiano nessuno, ma al Torino lasciano masticare più che amaro. Infatti i granata sembrano mettere in freezer la partita già al 61′, quando Berenguer conclude con un gran gol la tripletta torinista iniziata dalla doppietta personale di Ansaldi (15′ e 36′ del primo tempo). Ma il calcio insegna ormai che tirare i remi in barca è sempre rischioso, anche se stai 3-0 a mezz’ora dal termine. E così si rinnova questa sorta di “legge di Murphy“, secondo la quale se una cosa deve andare male, stai certo che lo farà. Entra il senator Pazzini, detto “il Pazzo“, e in un quarto d’ora trasforma anche gli spettatori in altrettanti.. pazzini, di gioia, perchè inizia lui quello in cui non credeva nessuno: pochi minuti e proprio lui, dal dischetto del rigore, inizia la riscossa veronese, che prosegue al 76′ con un palo inizialmente colpito sempre dal Pazzo, e ribattuto in gol da Verre per il gol del 2-3
Un’altra manciata di minuti e Stepinski scatena l’apoteosi veneta con il 3-3 finale, su appoggio illuminante di Faraone. Torino senza fiato, non gli resta che piangere sul latte (abbondante) versato.
Posticipo domenicale, di scena a Firenze l’Inter, che al fischio finale getta alle ortiche la vittoria fin lì maturata con un bel gol dell’ex, Borça Valero, che la punisce di classe ed esperienza all’8′ al termine di una bella azione interista. Partita abbastanza vivace, giocata con buona qualità da ambo le parti, ma è l’Inter che punge più spesso, e potrebbe mettersi tranquilla già nel primo tempo quando Lautaro, sempre su gran servizio dell’amico Lukaku, mette in rete la palla del 2-0. Ma la VAR coglie un incollatura del belga nerazzurro in fuori gioco prima del passaggio finale, e annulla. Partita che scivola apparentemente verso la vittoria dell’Inter, nonostante la Fiorentina impegni abbastanza seriamente Handanovic in un paio di occasioni (e il portiere mostra tutto il suo bagaglio di esperienza e qualità), fino al terzo dei 6′ di recupero, quando Vlahovic infila una ripartenza col turbo e riesce ad anticipare sia Skriniar che Handanovic, mettendo palla nell’angolo alto sulla sinistra del portiere. Gran gol, giustificata esultanza in panchina ed in tribuna per un pari acciuffato per la coda, e scoramento dell’Inter che deve rassegnarsi ad affiancare solamente la Juventus, sempre animata da uno scatenato Dybala e armata di quel CR7 che non sarà più esplosivo come un tempo, ma fa sempre male.
Finale della sedicesima, Lunedi alle 20,45 tra Cagliari e Lazio, partita molto sentita e importante per le due squadre che veleggiano in zona Champions.