Milano prima per la qualità della vita? Chiedetelo al disoccupato, all’anziano, al disabile

Milano

Orgoglio Milano? Milano conferma la sua leadership, vincendo per il secondo anno consecutivo la graduatoria “Qualità della vita 2019”, classifica del Sole 24 Ore. La notizia riempie di soddisfazione Sala che scrive con un minimo di obiettività in un post “Però non posso che concludere che, grazie anche a chi mi ha preceduto e soprattutto grazie ai milanesi, Milano è in non molti anni diventata una vera città internazionale. Aperta e contemporanea. Grazie a tutti”. E, si spera, faccia riferimento anche alla operosità sinergica di Albertini e alla visione strategica e costruttiva della Moratti. Ma tanto entusiasmo stona con quella Milano che, con la qualità della vita ha solo un rapporto di speranza. Le categorie più importanti prevedono una graduatoria tra ‘Ricchezza e consumi’, ‘Affari e lavoro’, ‘Ambiente e servizi’, ‘Giustizia e sicurezza’, ‘Cultura e tempo libero’.” E allora rispondano i disoccupati, chi ha perso il lavoro, chi mangia una volta al giorno, chi non ha una casa, chi rinuncia a pagare la luce per privilegiare un pezzo di pane. Risponda chi, arrivando a Milano, sente la puzza di inquinamento, le aiuole diventate discariche, i glicini morte per incuria, là, dove sorrideva la primavera, i disabili dimenticati nelle loro esigenze, i residenti della zona Seveso. E che cosa rispondono le donne stuprate, le persone derubate, gli inquilini privati della propria cantina, gli anziani aggrediti e raggirati?  Milano è fatta di Centro e gente ricca, quella che può andare nei ristoranti stellati, pagare un teatro o l’ingresso a Palazzo Reale per consumare il tempo libero. La cultura impegna tempo, educazione al bello, soldi, ma difficilmente va in periferia. Ma dove è stata fatta questa indagine?

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