Cronaca di una vita sprecata. La mia. Se faccio un pezzo su Greta e il Sardino, fioccano i commenti del seguente tenore: “Porro servo” (neanche si rendono conto che il pezzo l’ha scritto un altro), “Impara qualcosa da questi ragazzi, miracolato”, “merde”, “allora Salvini?”, “allora Meloni?”, “Kiveseinkulaaah”, “invidiosi”, “rosichi”, “fascista” e le solite tristi variazioni sul tema. Nel merito, niente. Di grammatica, di sintassi, niente. Sono perlopiù antifà facciamorete, oppure troll aperti alla bisogna: seguiti zero, seguaci zero. Le più leggiadre, manco a dirlo, le dame da centro sociale. Che uno si domanda: ma davvero io scrivo per questa coglioneria ambulante? Ma davvero ho bruciato la vita per questa cazzata? Questi poi sono gli stessi che pretendono “le fonti, le fonti”, che invocano il controllo delle bufale o “fat checking”, come usa dire, affidato a certi cani da tartufo che scovano le bufale quando non lo sono e lasciano perdere quelle vere, se non conviene alla ditta. Non che si pretenda chissà cosa, ma il minimo almeno, una attenzione mediocre, un intervenire sui concetti. “Ma come fate a prendervela con Greta una bambina in difficoltà (sic!) ma non sapete che i giovani sono il futuro”. Sì, e non ci sono più le mezze stagioni. Un’altra, che solo a guardarla capisci dove tira: “Vergognati, giornalista (e qui si sente l’approccio grillino, giornalista uguale stragista, pedofilo), tu semini odio”. Per curiosità vai a vedere il suo profilo e trovi l’apologia di strage, l’esaltazione di Hamas, il rimpianto per le Brigate Rosse, la Resistenza perenne, le solite sagome appese all’ingiù. Un altro, militante nelle sardine dell’amore contro il linguaggio violento, che esse sardine vorrebbero equiparare all’omicidio, trova che Porro e il sottoscritto siano “due froci di merda” e, ad abundantiam, precisa: “Avete lanciato la pessima moda di odiare Greta Thumberg solamente perché ella aspira a vivere in un mondo migliore, più pulito ed armonico, mentre voi giornalisti italiani da strapazzo, leccaculi di quell’amico dei mafiosi di Silvio Berlusconi non fate altro che mischiare piccole verità a una marea di menzogne. Andate veramente affanculo, brutti froci di merda che non siete altri!”.
Ma non si rendono conto? No, sono convinti di lottare per la tutela della democrazia, della comprensione, della tolleranza. C’è uno, detto Tarzan, che ha ospitato le sardine nello stabile abusivo che scroccava l’energia elettrica, quello riallacciato dal cardinale camerlengo elettricista che aveva promesso: pago tutto io, mi accollo io ogni spesa. Non ha pagato niente, fedele al motto: il crimine non paga. Cosa dice questo ospite delle sardine, questo Tarzan? Dice: se vince Giorgia Meloni tutti in montagna col fucile. E certo, siccome certi giornalisti seminano odio; sono schifosi, non apprezzano neanche Gesù in erezione ad altezza di bimbo o il presepio di Vauro con Salvini e la Meloni e il Bambinello che chiede asilo a Bibbiano, presunto sistema di farabutti rapitori di bambini. “Vergogna, le sardine sono un movimento senza partiti” mi ha rimproverato uno. Quando gli ho mandato “la fonte, la fonte” dell’invito a votare Pd, dei militanti Pd che le rimpolpano, del sardina capetto che dice “candidarmi io, e perché no?”, è sparito. Ma altri insistono, più li bastoni sui social e più insistono, strampalati, penosi. Ma uno spreca la vita per questi? “Allora la Lega? I 49 milioni di rubli? Allora il Papeete?”. Discorsi a pera, ma pur di dire la propria, indifferenti al ridicolo, alla mortificazione. “Sono ragazzi con grandi ideali sono il futuro non dobbiamo attaccarli dobbiamo sentire cosa anno (sic!) da dire per cambiare il pianeta”. Ecco cosa “a” da dire il sardino Mattia interpellato da Quarta Repubblica:
“Da Porro non ci vado. Prima deve scusarsi. Neanche una telefonata mi ha fatto, il mio numero di telefono lo conosce tutta Italia. Noi facciamo altro. Noi abbiamo altri ideali. Non andremo in programmi dove non rispettano le nostre idee. Porro mi deve rispetto, noi riempiamo le piazze e perciò facciamo paura. Porro deve scusarsi, lo sappiamo come è la informazione di destra. Noi non abbiamo schieramenti, ma voi siete di destra, non insistete, non vengo”. Uno che fino a un mese fa faceva l’istruttore di freesbee e tornerà a farlo.
Post Daniele Capezzone
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