Io me lo ricordo ancora Bertinotti, ad inizio millennio, che dal palco del Meeting di Rimini si dichiarava liberale. Potrebbe persino essere un falso ricordo, un mix di diversi discorsi. Ma il punto fondamentale resta intatto: persino i comunisti, nell’apogeo dell’ottimismo Berlusconiano erano liberali. Ci si sfidava con il centrosinistra sul terreno delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni. Erano anni di ottimismo. Erano anni straordinari. È tutto finito. Male, peraltro. Adesso essere liberali è una condizione detestabile. Letteralmente: definirsi tali provoca valanghe di accuse. La maggior parte delle quali a livello razionale pari alle argomentazioni dei terrapiattisti. Altro fenomeno degli ultimi dieci anni.
E l’idea che la terra sia piatta o la crisi che ha fatto da sfondo agli ultimi dieci anni sia colpa del liberalismo hanno molti elementi in comune. Ignorare strenuamente i fatti. Come il fatto che questo è il decennio in cui è stata battuta la fame nel mondo. O che i paesi davvero liberali stanno prosperando. Si veda l’Irlanda, ad esempio. Si discute sulla base di cervellotiche ed errate interpretazioni di numeri e fatti. Come credere che in Italia la spesa pubblica sia diminuita. O che l’evasione fiscale ammonti a 109 miliardi di euro (il metodo di calcolo è assurdo, come spiega molto bene Oscar Giannino). Si sognano universi paralleli assurdi, come quelli in cui si può stampare la ricchezza. Insomma, morto il liberalismo il nemico successivo da abbattere è la realtà.
Il luogo dove la caduta del pensiero liberale ha fatto più danni è, ovviamente, il centrodestra. Ieri mi è capitato di discutere con un rispettabile ex democristiano di Padova che mi spiegava come da cinquant’anni vi fosse in corso una rivoluzione neoliberista in Italia, in cui il capitalismo apolide stava erodendo la nostra sovranità. Questi discorsi, niente affatto fuori posto negli anni 30 in qualsiasi dittatura, hanno ormai infettato l’intera nostra area politica. È diventato normale affermare che la finanza internazionale ci domini grazie a politici venduti. Che non ripagare i debiti sia sacrosanto. O credere che fare inflazione sia la via più rapida per il successo. Tutte tesi idiote, che hanno fatto milioni di morti e che stanno tornando.
Eppure no, non dobbiamo scoraggiarci. Era stato tutto previsto e predetto. Ovviamente da quel gigante del pensiero umano che è stato Chesterton. E la realtà tornerà di moda. Potrà volerci un altro decennio. Ma abbiate fiducia: scommettere sul colore delle foglie d’estate è un investimento sicuro. Potrà volerci del tempo, ma prima o poi chiunque sarà costretto a riconoscere che avevate ragione: erano davvero verdi. Vi lascio con le parole del saggista Inglese, sperando che portino anche a voi la speranza che infondono in me ogni volta che le leggo.
Le verità si trasformano in dogmi nel momento in cui vengono messe in discussione. Pertanto, ogni uomo che esprime un dubbio definisce una religione. E lo scetticismo del nostro tempo non distrugge realmente le credenze, ma anzi le crea, conferendo loro dei limiti e una forma chiara e provocatoria. Un tempo, noi liberali consideravamo il liberalismo semplicemente una verità ovvia. Oggi che è stato messo in discussione, lo consideriamo una vera e propria fede. Un tempo noi che crediamo nel patriottismo pensavamo che il patriottismo fosse ragionevole e nulla più. Oggi sappiamo che è irragionevole e sappiamo che è giusto. Noi cristiani non avevamo mai conosciuto il grande buonsenso filosofico insito in quel mistero, finché gli scrittori anticristiani non ce l’hanno mostrato.
La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,