Buon Martedi e buon anno a tutti gli sportivi, in campo e in tribuna. Riparte il romanzo del pallone, dei gol al limite e oltre, degli arbitri e della VAR, e di conseguenza delle polemiche di cui nel nostro calcio siamo maestri. L’unico dato che rimane invariato nel passaggio dal 2019 al 2020, è la testa della classifica, che continua a mostrare la coppia Inter-Juventus al momento soltanto avvicinata dalla Lazio vincente a Brescia. Salgono a 9 le vittorie consecutive della squadra di Inzaghi, che nell’anticipo di Sabato non ha vita facile contro il Brescia di Balotelli. La spunta con la doppietta del capocannoniere Immobile, ma soltanto in pieno recupero oltre il 90′ nonostante la superiorità numerica per quasi un’ora, causa l’espulsione di Cistana al 39′ del primo tempo. Il Brescia trova il gol del vantaggio con Balotelli al 18′, su lancio di Sabelli si piazza bene a centro area e sulla sinistra trova il corridoio per battere Strakosha. Il pareggio arriva al 39′ su rigore per atterramento di Caicedo da parte di Cistana, Immobile realizza e contemporaneamente si trova in superiorità numerica, perchè Cistana era già stato ammonito poco prima. Il secondo tempo vede la Lazio alla ricerca vana del vantaggio, contrastato da un Brescia che si difende con efficacia fino al recupero, quando al 91′ Immobile sfrutta alla perfezione una sponda di Caicedo e conquista una ennesima vittoria laziale in quella che una volta veniva definita “zona Cesarini”, e oggi può diventare “zona Immobile” Impropriamente, perchè questa Lazio, grazie anche al suo cannoniere, è tutt’altro che Immobile.
Fa piuttosto rumore invece l’altra romana, appunto la Roma che, dopo le ultime positive prestazioni e vittorie, incappa in un inizio d’anno da dimenticare contro il Torino all’Olimpico. Sembra un racconto animalesco, in effetti, con un “gallo” che, in groppa a un “toro”, mette al tappeto una “lupa” … E la singolar tenzone si conclude con un secco 2-0 per la squadra di Mazzarri e la felicità di Belotti, il gallo matador che con la sua doppietta si fa beffe dei giallorossi capaci di costruire molto e sprecare di più, mangiandosi occasioni incredibili non solo per un possibile pareggio, ma anche per ribaltare il risultato. Un Dzeko piuttosto spento, una serie di errori e imprecisioni, nei passaggi e nelle conclusioni sotto porta, puniscono la Roma e deludono i tifosi che vedevano la zona Champions avvicinarsi sempre più nelle precedenti partite. Così, un Torino roccioso in difesa e pronto a pungenti repliche, ne approfitta al 47′ del primo tempo, col primo gioiello di Belotti che fa secco Lopez dal vertice dell’area piccola, e dopo aver anche rischiato di appesantire il punteggio con un palo e una traversa, mette a sedere definitivamente la Roma all’86’ , segnando il rigore causato da un evidente manata in area di Smalling. Tutto da rifare, per la squadra di Fonseca, che vede anche la Lazio volare in alto.
Altri 2 anticipi domenicali con Il Verona che strapazza la Spal a Ferrara, con gol di un sempre verde Pazzini (14′) e raddoppio di Stepinski all’85’. La Spal subisce quasi ininterrottamente il dominio veronese, rimanendo anche in 10 per un ‘ora abbondante dopo l’espulsione di Tomovic, e non ha mai avuto l’opportunità di evitare la sconfitta che la lascia al penultimo posto con 12 punti.
Ultimo anticipo, a Genova il Sassuolo lascia 3 punti ai rossoblu che faticano ma, alla fine, trovano il gol del veterano Pandev che rende inutile il pareggio di Obiang al 33′, dopo il primo vantaggio di Criscito su rigore al 29′.
E siamo alla giornata della Befana, ovvero la “vecchia signora” impietosa Juventus, che scarica 4 carboncini ardenti nella rete del malcapitato Cagliari. I sardi reggono sufficientemente bene i primi 45′, pur con gli inevitabili rischi, un pizzico di fortuna e con l’aiuto della traversa colpita da Demiral al 35′. Ma ad inizio ripresa partono le danze bianconere grazie anche ad un clamoroso errore di Klavan, che vorrebbe servire un compagno, e consente invece a CR7 di rubare palla di anticipo, scartare il portiere Olsen e segnare il primo gol della sua tripletta. Ronaldo si ripete su rigore per il raddoppio (fallo di Rog su Dybala) al 67′, e un minuto prima di concludere la partita con il suo terzo gol personale all’82’, si intromette anche Higuain con un destro che trafigge Olsen, pur con una leggera deviazione di un difensore.
Una quaterna che riporta in vetta solitaria la Juventus, anche se per poche ore.
Infatti, in serata l’Inter gela le speranze di Ronaldo, che si augurava la sconfitta dei nerazzurri a Napoli. Invece arrivano due conferme, dal S.Paolo: la prima è che gli azzurri possono ormai abbandonare definitivamente le ambizioni europee, essendo una copia sbiadita del Napoli della passata stagione. La seconda, è che l’Inter si dimostra squadra al momento forse poco spettacolare, ma parecchio cinica e concreta, in grado di sfruttare ogni errore di un avversario che, pur avendo a tratti la padronanza del centrocampo, non riusciva a creare le premesse per mettere davvero in difficoltà la retroguardia dell’Inter. I nerazzurri quindi, sempre in agguato con la coppia letale Lukaku- Lautaro, ben presto agguantano la prima delle occasioni anche grazie ad un clamoroso e sfortunato scivolone di Di Lorenzo, che sulla sua trequarti dà il via libera a Lukaku. Il belga parte in quarta, entra in area, finta il tiro spiazzando Meret e infila di sinistro. con pallone che incoccia il palo interno e rotola a fondo rete. Il raddoppio, ancora con la collaborazione partenopea, al 33′: sempre Lukaku, che dal limite riceve da Brozovic e spara un sinistro di discreta potenza, che il portiere Meret non trattiene e gli passa sotto il corpo finendo in rete. Il Napoli non ci sta, reagisce con una certa energia e accorcia le distanze al 39′ con Milik, che solo a 2 metri dalla porta di Handanovic appoggia in rete un preciso invito di Callejon. Azzurri alla ricerca del pareggio, ma finiscono per lasciare ancora qualche spazio di troppo a Lukaku e Lautaro. Proprio lui, il “toro” Martinez, è rapido come un falco nel deviare in rete un cross di Vecino che Manolas pasticcia davanti alla porta. E’ il terzo gol che chiuderà la partita, anche se il Napoli, negli ultimi disperati assalti, colpisce la parte superiore della traversa su punizione di Insigne, e Zielinski impegna ancora Handanovic con un sinistro dalla lunga distanza. Quindi, ottava vittoria in trasferta per l’Inter di Conte, su 9 incontri totali , un record e un tabù sfatato perchè i nerazzurri non vincevano al S.Paolo dal lontano 1997. Ovviamente però, ora più che i gol contano i 45 punti , gli stessi della Juventus che ritrova quindi la sgradita compagnia in vetta.
La Befana di questa giornata è infausta anche per il Parma, che capita sotto le grinfie dell’Atalanta in un periodo sbagliato. I ragazzi di Gasperini, infatti, sembrano avere il grilletto facile e dopo la cinquina rifilata al Milan, ci riprovano, e ci riescono ancora, confermandosi squadra molto tosta e prolifica. Passano appena 10 minuti dal fischio d’inizio, e il primo proiettile parte dal piede del solito Papu Gomez. Dai 20 metri, bordata che si infila sotto l’incrocio. Al 32′, Freuler raddoppia a conclusione di un’azione spettacolare, e sul finire del primo tempo il punteggio è già una campana a morto per il Parma: Gosens mette dentro il 3-0. Ripresa, la musica non cambia, e le trombe tornano a squillare al quarto d’ora grazie a Ilicic, che al volo spara nell’angolo un cross di Gosens, 4-0. AL 70′ ancora lui per la doppietta personale, dopo dribbling su due difensori conclude un’altra giornata da incorniciare per i nerazzurri bergamaschi, che nell’ultima giornata del girone troveranno davanti a loro a S.Siro i cugini milanesi dell’Inter, e sarà partita da seguire fino all’ultimo.
Altra partita attesa era a S.Siro, non tanto per l’avversario del Milan che si chiamava Sampdoria, ma per il celebrato ritorno di Zlatan Ibrahimovic, quell’eccentrico fuoriclasse già buon conoscitore vincente del calcio nostrano, ma ormai 38enne. Ebbene, il suo ingresso in campo al 10′ della ripresa ha portato qualche sussulto in più nella squadra ma non ha prodotto quanto i tifosi e Pioli speravano. La Samp si è difesa con ordine e, anzi, se nel corso della partita si sono viste occasioni da gol concrete, è stata lei a crearle e Gabbiadini a mancarle, oltre ad un paio di interventi miracolosi di Donnarumma. Pari in bianco, quindi, e speranze rinviate anche per Ibra che tenterà di rianimare la truppa col suo carisma, oltre che con qualche gol dei suoi.
Le restanti partite.
Bologna – Fiorentina 1-1 con gol di Benassi per i viola al 27′, e pareggio capolavoro su punizione di Orsolini Riccardo che, emulando Giorgio Gaber, da solo gioca al biliardo ed è il suo un vero colpo da maestro di stecca al 90′, da posizione angolatissima nei pressi della linea di fondo e vicino all’area piccola. Da applausi, per un pubblico che non aveva smesso di crederci e aveva ragione.
Lecce-Udinese 0-1, con gran gol di de Paul all’ 88′ su altrettanto pregevole azione condotta da Mandragora. Okaka si dispera per due gol annullati, ma il VAR dice che erano in fuorigioco e l’Udinese si accontenta, portandosi a casa comunque 3 punti più che preziosi.
Grazie per l’attenzione, buona settimana a tutti e arrivederci alla prossima, con un turno (l’ultimo di andata) che si preannuncia scoppiettante con un Inter-Atalanta, Lazio-Napoli, Roma-Juventus e Cagliari- Milan