Buon Lunedi amici sportivi, siamo arrivati al “giro di boa” del campionato, giornata densa di incontri decisamente appetitosi soprattutto per l’alta classifica.
Parte la Lazio, all’Olimpico contro un Napoli reduce dalla cocente delusione contro l’Inter, e la squadra di Gattuso per buona parte della gara riesce a neutralizzare un avversario al momento certamente più quotato e più in forma. Addirittura meritevole oltre il pareggio, il Napoli mette la Lazio in condizione di faticare parecchio per avvicinarsi alla porta di Ospina, con Zielinski colpisce un palo a portiere battuto, e Insigne si vede deviare miracolosamente da Strakosha un destro che sarebbe terminato in gol. Napoli sfortunato, con un finale che replica ancora una volta macroscopici errori già commessi nel turno precedente. Stavolta è Ospina, che sostituisce un Meret depresso dalla paperaccia contro l’Inter, a commettere una gran fesseria all’82’ ritardando il rinvio e facendosi rubare palla da Immobile in area, nei pressi della linea di fondo. Il capocannoniere vede la porta anche da posizione defilata e tira, ma quasi sulla linea di porta c’è Di Lorenzo, che potrebbe sventare la minaccia e invece completa la frittata, deviando goffamente il pallone nella propria rete. Arriva così la decima vittoria Laziale sul filo di lana, stavolta non proprio meritata, e la terza sconfitta nelle ultime 5 partite del Napoli, che ora deve raccogliere i cocci e guardarsi anche alle spalle.
Secondo anticipo del Sabato, ecco di nuovo il Milan e Ibrahimovic sugli scudi, alla sua seconda ri-apparizione in maglia rossonera. E Stavolta il suo sostegno è determinante, contro un Cagliari non arrendevole ma meno brillante rispetto a qualche partita precedente. Il primo tempo scorre comunque gradevolmente, con le due squadre che si affrontano su ritmi abbastanza vivaci. Solo alla mezz’ora però il Milan riesce ad avvicinarsi al gol, mancandolo di poco quando Ibra, su cross di Leao, devia di testa e Olsen ci arriva mandando sul palo la palla destinata in rete. Ad inizio ripresa, arriva il vantaggio rossonero con Leao, che su lancio di Castillejo tira in porta, trova una deviazione e il pallone si impenna finendo alle spalle di Olsen. Reazione del Cagliari, con Simeone che in acrobazia rovescia un pallone, troppo alto sulla porta di Donnarumma. Al 64′ esce Calhanoglu, sostituito da Bonaventura, e quasi contemporaneamente il Milan trova il raddoppio con Ibrahimovic, che devia di prima intenzione sulla sinistra un cross di Hernandez. Potrebbe festeggiare all’82’ anche la sua prima doppietta, lo svedese, mettendo ancora palla in rete con un colpo di testa in torsione. Ma l’arbitro lo ferma per fuorigioco, e in pratica la partita si chiude con il Milan che tiene palla e il Cagliari ormai rassegnato alla sua quarta sconfitta di fila.
Il terzo incontro, senz’altro il più atteso, vede il derby lombardo in nerazzurro tra Inter e Atalanta. A S.Siro si trovano di fronte la miglior difesa del campionato (Inter) e il miglior attacco, in un confronto che nessuno intende perdere. Parte a razzo l’Inter, Lukaku dopo 30 secondi colpisce in pieno il palo alla sinistra di Gollini, ma passano 3 minuti e l’Inter è già in vantaggio. Attaccano l’area i soliti due, Lukaku difende palla all’altezza del rigore e riesce a servire l’accorrente Lautaro, che anticipa i difensori e insacca. Un primo tempo che l’Inter gioca da par suo e l’Atalanta che pur subendo la pressione, non molla e si difende, provando diverse volte a contrattaccare. Ma l’Inter conferma la solidità del suo reparto arretrato e concede molto poco. Dopo un primo tempo ad alti ritmi di gioco la squadra di Conte, alle prese con la solita panchina corta, all’avvio di ripresa vede mancare progressivamente la benzina e l’Atalanta cerca di approfittarne. Preme, colpisce anche un palo con Malinowsky, ad un quarto d’ora dalla fine trova il pareggio con Gosens che approfitta di un attimo di distrazione di Candreva, e a 2 metri dalla porta trova la deviazione decisiva. E’ il 76′ , l’Atalanta prova il colpaccio; ne ha l’occasionissima a 3 minuti dal termine con un calcio di rigore per atterramento di Malinowsky, da parte di Bastoni. Si incarica del tiro Muriel, da poco subentrato a Pasalic, ma Handanovic compie una prodezza delle sue e para il tiro. Ultima chance per l’Inter, al 92′ è B.Valero a creare scompiglio in area, si libera al tiro ma allarga troppo e la palla sfila mezzo metro dal palo sulla sinistra di Gollini. Fine delle ostilità, un prova di forza dell’Inter nel primo tempo che poteva chiudersi con un passivo più pesante per i bergamaschi. Ripresa con l’Inter in chiara flessione atletica e Atalanta che dimostra di non mollare mai la presa, meritandosi tutti gli elogi per un pareggio che, tutto sommato, appare giusto avendo prevalso un tempo ciascuno.
Calcio domenicale, a pranzo un piatto secondario, non me ne vogliano i sostenitori di Udinese e Sassuolo. Ma visti i primi piatti negli anticipi del Sabato e il “dessert piccante” di Domenica sera a Roma, la partita tra friulani ed emiliani figura come pietanza transitoria in attesa del piatto gustoso finale. Ciò non toglie che almeno a Udine i tifosi locali siano soddisfatti del menù loro servito dalla squadra di Gotti. Tre pere mature cadute sul malcapitato Sassuolo, che si presenta al Friuli in formazione di emergenza, decimato da infortuni e squalifiche, senza Berardi, Locatelli, Chiriches, Defrel e Marlon. E in pratica fa da vittima sacrificale per una Udinese in ottima condizione, che conquista la quarta vittoria consecutiva con i gol di Okaka (14′), Sema (68′) e il sigillo in contropiede di De Paul allo scadere. Per il Sassuolo poche buone occasioni, alcune conclusioni imprecise che meritavano miglior fortuna, qualche gran parata di Musso e un palo, a negare anche il gol della bandiera. Sassuolo fermo nelle sabbie mobilì della zona rossa, urge adrenalina.
Nel pomeriggio, vittoria senza gloria per la Fiorentina, 1-0 alla Spal (Pezzella all’81’) al termine di un incontro giocato forse con più determinazione dalla Spal, che si morde le dita per un palo di Strefezza nel primo tempo, e spreca una grande chance con Valoti al 75′. Una vecchia massima del calcio recita, ancora a ragione, che gol sbagliato diventa gol subìto, e difatti una manciata di minuti più tardi arriva la beffa: su corner calciato da Pulgar spunta la testa di Pezzella e per la Spal è notte fonda, all’ultimo posto in classifica con 12 punti che equivalgono al biglietto di ritorno in B.
Più sopra, c’è da annotare ancora una “manita” (5-1) stavolta non dell’Atalanta ma della Sampdoria. Vittima di turno il Brescia, che incassa la goleada a cura di Quagliarella (doppietta), Jankto, Linetty, Caprari. Brescia che si illude col vantaggio dì Chancellor nei minuti iniziali, ma deve ben presto alzare bandiera bianca sotto i colpi blucerchiati.
Il Torino si riaffaccia verso la zona Europa battendo di misura il Bologna, gol di Berenguer all’11’ del primo tempo e poi difesa strenua del vantaggio fino al termine, nonostante diverse occasioni del Bologna per recuperare lo svantaggio, con Palacio che coglie anche un palo. Toro in serie positiva, dopo la vittoria contro la Roma e il passaggio del turno di Coppa Italia ai rigori col Genoa.
E a proposito di Genoa, perde a Verona contro i veneti che rimontano il gol di Sanabria al 41′ del primo tempo, grazie al pareggio di Verre (rig.) al 55′ e al gol che decide il match ad opera di Zaccagni 10 minuti più tardi. Con questa seconda vittoria consecutiva, il Verona sorpassa Milan e Napoli attestandosi a 25 punti, non molto distante dalla zona Europa.
E conclude la serata il match clou tra Roma e Juventus, che inizialmente sembra replicare l’andamento dell’incontro tra Inter e Atalanta. Infatti i bianconeri partono a spronbattuto, vanno in gol al 3° minuto dal fischio iniziale con Demiral e raddoppiano al 10′ con un calcio di rigore realizzato da Ronaldo. Sembra una partita ormai a senso unico, con la Roma che accusa il doppio ko e fatica a riorganizzarsi fino al 68′ quando, a seguito consulto VAR, l’arbitro Guida conferma il rigore per la Roma causato da un evidente fallo di mano di Alex Sandro su azione in area juventina. Batte Perotti e spiazza Szczesny, Roma che ritrova la speranza e inizia a premere, credendoci. La Juventus si difende con le sue armi migliori, palleggio e possesso palla, addirittura va ancora in gol con Higuain ma in fuorigioco, e l’arbitro annulla. Ma la Roma trova comunque grosse opportunità per raggiungere clamorosamente il pari con Kolarov, che impegna di testa Szczesny, e al 91′ con Pellegrini che raccoglie un pallone perso da Dzeko, in contrasto con De Light, ma spara alto da ottima posizione. Finisce qui, la Juventus con qualche affanno nella ripresa dopo un primo tempo in cattedra, riesce a portare a casa i 3 punti e piazzarsi in testa a fine girone, aggiudicandosi il titolo platonico di campione d’inverno con 2 punti di vantaggio sull’Inter.
A concludere il turno, Lunedi ore 20,45 Parma – Lecce
Arrivederci alla prossima!