Una lunga intervista quella di Gabriele Albertini a Il Giornale per raccontarsi, ora che è in pensione, con l’amore per la convivialità della tavola, la bontà del cibo e quel profumo dell’infanzia per le cose semplici che non dimentica «Sono due: il primo è la fabbrica, l’olio, il lavoro. Mio padre fondò la sua azienda nel 1932 e abbiamo abitato sopra la palazzina uffici. Il secondo è la montagna delle vacanze a Gressoney a Villa Belvedere, odore di stalla e profumo dei prati». Ma l’amore e l’impegno per Milano ritornano con l’orgoglio di un ottimo “amministratore di condominio” che ha cura di tutti i residenti. A domande precise, c’è il suo narrare senza retorica la rinascita di una città, la sinergia con Roberto Formigoni, la predisposizione di quanto oggi si dice sia un vanto. “«Gli indici oggettivi delle statistiche, tenuto conto che Churchill diceva “Ci sono bugie, bugie dannate e statistiche” descrivono una Milano dove si vive bene, con una solida economia, una città che vive una fase molto favorevole…È inutile negare che l’amministratore di condominio fece arrivare sulla città 30 miliardi di investimenti. Negli anni in cui abbiamo avuto responsabilità di governo, abbiamo fatto la nostra parte. All’epoca Adriano Celentano protestava per la costruzione dei grattacieli, Luigi Baruffi mobilitava le piazze e Milly Moratti, disponendo di fondi ingenti, pagava schiere di amministrativisti che preparavano ricorsi su ricorsi….A cose fatte, tutto ciò che volevano stoppare è diventato l’orgoglio della città. Hanno utilizzato quei luoghi della nuova architettura urbana per celebrare assemblee di partito e coniare lo slogan Ti ricordi com’era? Avanti Milano, utilizzato per la campagna elettorale di Giuseppe Sala. Milano sta vivendo la fase di completamento del percorso urbanistico avviato e portato avanti dalla nostra amministrazione con capitali raccolti nel mondo, con tredici celebri architetti impegnati a creare il meglio. Un processo di marketing urbano ingentissimo, avviato nel 98/99. Expo è stata la vetrina, ma il contenuto era la città che nasceva grazie agli investimenti raccolti: 30 miliardi contro i 3 serviti a Expo. Chi investì 2,5 miliardi su Porta Nuova rispondeva così a chi domandava se fosse un rischio: Chi distribuisce le carte è persona onesta. La gara è leale». La lealtà è la virtù che più ammira e odia il tradimento. Quanti a sinistra sono stati sleali?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Albertini torna e libera Milano da questa deriva sinistroide.
Invece piazza Castello che con Albertini era splendida è stata ridotta a un cesso da due amministrazioni gauche caviar.
La cosa curiosa è che i sinistra ora vanno davanti alle telecamere a farsi belli e ad autocelebrarsi per situazioni create dal centrodestra e cui loro – topi rossi – avevano votato NO. Il riferimento è a M4 ed M5, che per il PD erano fumo negli occhi agli operai e manna per i capitalisti più ricchi. Sorsero i “benaltristi” con la bandiera della pace. Anzi: con l’Asinello o la Quercia. Che dicevano che anziché le metropolitane bisognava costruire case popolari. RIcordo bene, quei vigliacchi che ora vanno in tv a inaugurare grattacieli e metropolitane
Albertini Amico mio tutto andava decisamente meglio con te..Sei indimenticabile..Noelle
L’autoincensamento è comprensibile, ma sarebbe interessante un confronto pubblico?
sempre che chi incensa Sala voglia esser definito “di sinistra”