Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, lancia il percorso di sensibilizzazione «Uscire dall’ombra della depressione», una serie di tavole rotonde in otto Regioni italiane con l’obiettivo di promuovere azioni a livello territoriale per facilitare l’accesso alla diagnosi e alle cure più appropriate attraverso il coinvolgimento di Istituzioni e rappresentanti locali a livello medico, assistenziale e sociale. La depressione riguarda oltre tre milioni di italiani ed è riconosciuta come la prima causa di disabilità a livello globale. È una malattia fortemente stigmatizzata che porta le persone a soffrirne non solo da un punto di vista psichico e fisico, ma anche sociale. I costi sanitari e sociali sono molto elevati: una persona con depressione maggiore (MDD) costa in media al Servizio Sanitario Nazionale circa 5 mila euro l’anno, a cui vanno aggiunti i costi indiretti che rappresentano il 70% dei costi totali. In Italia, considerando il valore delle ore lavorative perse il costo ammonta a quasi 4 miliardi di euro annui.
“La salute mentale e, in particolare, la depressione rappresentano una delle tematiche su cui Fondazione Onda è fortemente impegnata da oltre 10 anni, considerato anche il maggior coinvolgimento delle donne sia come pazienti sia come caregiver. La depressione, malattia riconosciuta dall’Organizzazione Mondale della Sanità come prima causa di disabilità a livello mondiale, in Italia riguarda 3 milioni di persone di cui 2 sono donne”, dice Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda. In questo contesto, prende il via il percorso di sensibilizzazione di Fondazione Onda «Uscire dall’ombra della depressione» nelle Regioni italiane, con il Patrocinio di SIP – Società Italiana di Psichiatria, SINPF – Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, Cittadinanzattiva e Progetto Itaca, grazie al contributo incondizionato di Janssen Italia. Il progetto farà tappa in otto Regioni per sensibilizzare sul tema della depressione attraverso una serie di incontri che vedranno il coinvolgimento degli attori Istituzionali e sanitari locali per superare lo stigma associato alla depressione e per facilitare l’accesso alla diagnosi e alle cure più appropriate.
“Questi incontri rientrano nel percorso intrapreso per accendere i riflettori sulla depressione. Ad aprile è stato presentato alla Camera dei deputati un Manifesto ‘Uscire dall’ombra della depressione’ che propone una call to action in dieci punti per la prevenzione mirata e un accesso tempestivo e facilitato ai percorsi di diagnosi e cura. Questa iniziativa ha coagulato l’interesse di un gruppo di Parlamentari che si sono impegnate a sensibilizzare il Governo attraverso il deposito di una Mozione che auspichiamo possa essere approvata e dia il via a un Piano nazionale di lotta alla depressione. A questo punto l’impegno si sposta a livello territoriale con otto tavole rotonde regionali in Campania, Lazio, Piemonte, Veneto, Lombardia, Sicilia, Emilia-Romagna e Puglia che consentiranno a Onda di incidere in maniera più capillare sul territorio, sensibilizzando in particolare le Istituzioni, nei confronti della depressione maggiore, la forma più severa. L’obiettivo è declinare i dieci punti del Manifesto a livello regionale, facilitare la costituzione di gruppi inter consigliari, superare lo stigma nei confronti di questa patologia e migliorare l’accesso alle cure, a beneficio della qualità di vita dei pazienti che soffrono di depressione”, continua Merzagora.
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondale della Sanità (OMS), la depressione riduce l’aspettativa di vita di oltre 20 anni e oltre il 60% dei suicidi che si verificano annualmente a livello globale possono essere ricondotti a questa malattia. La depressione ha un enorme impatto sulla qualità di vita di chi ne soffre, ma costituisce anche dispendio di risorse socio-economiche. Secondo i dati, il costo diretto a carico del Servizio Sanitario Nazionale – in termini di ricoveri ospedalieri, farmaci antidepressivi, specialistica ambulatoriale – ammonta in media a circa 5.000 euro all’anno per paziente. I costi sociali, in ore lavorative perse, ammontano a circa 4 miliardi di euro l’anno, pur senza considerare la mancata produttività associata ai caregiver, spesso 2 o 3 familiari per ogni paziente. Complessivamente, secondo i dati Cerismas 2019, i costi indiretti rappresentano il 70% dei costi totali. Diagnosi tempestiva e diffusione dei trattamenti sono fondamentali per ridurre questo impatto economico, considerato che le complicanze della malattia e la loro gestione comportano un dispendio nettamente superiore ai soli costi della cura.
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.