Una delle grandi fregature di Sala è che ha manie di protagonismo. Non gli si può fare nemmeno opposizione, ci pensa da solo. Nei giorni scorsi stavo scrivendo un articolo in cui prevedevo che, prima o poi, in nome dell’ecologismo la maggioranza avrebbe proibito di fumare in pubblico. Era una provocazione, pensavo allora, troppo pesante. Non saranno mai così fessi da annunciarlo, mi dicevo. Non ad anni di distanza. Ovviamente mi sbagliavo.
“Entro il 2030 non permetteremo più di fumare all’aperto” e “subito o a breve alle fermate dell’autobus o durante le code per i nostri servizi non si fumerà”. Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, durante l’incontro con i cittadini nel quartiere Isola, spiegando che questo provvedimento è inserito all’interno del Regolamento Aria-Clima, che sarà discusso prossimamente dal Consiglio comunale e che spera sia approvato entro marzo.
“Questa è la visione della Giunta – ha detto -, ogni proposta dovrà passare dal Consiglio comunale” e il possibile stop al fumo potrebbe essere introdotto “attraverso un’ordinanza, se viene approvato il regolamento che conterrà regole su tanti aspetti, perché il vero rischio è che si riduca” la questione ambientale “a traffico e riscaldamento, ma c’è altro” come ad esempio fuochi d’artificio o i forni a legna delle pizzerie. “Devono essere introdotti molti obblighi perché ciascuno faccia la sua parte”, ha concluso Sala.
Così riporta l’Ansa e qui si potrebbe chiudere l’articolo. Che altro possiamo dire, signori, di fronte a questo delirio? Le sigarette, è vero, emettono PM10. È un dato di fatto. Ma da qui a vietarle in nome della purezza dell’aria, circondati da 9 milioni di Lombardi che hanno dei sindaci sani di mente e che quindi fumano, è assurdo. Ma ve lo immaginate il ghisa che multa il turista per essersi acceso una sigaretta in piazza? E che non ha altri posti dove fumarla, peraltro, visto che l’albergo sarà rigorosamente no smoking.
Peraltro, a differenza della legge Sirchia, che vietava il fumo nei locali pubblici, questa non ha alcun senso. Il fumo passivo non c’entra nulla. È solo l’ennesima prova che l’ambientalismo serve, se qualcuno ancora non lo avesse compreso, a consentire allo Stato di decidere cosa possiamo fare con la nostra vita. Alla faccia della Milano internazionale, aperta e libera. Siamo cavie, topi da laboratorio per gli esperimenti sociali di una cabala di autonominatisi custodi della terra. Roba da stanze con le pareti imbottite e le camicie con le maniche molto, molto lunghe.
Ah, ultima nota: speriamo nessuno dica mai al sindaco che i freni producono PM10. Potremmo essere costretti a girare con vetture come quelle degli Antenati.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
“sindaci che fumano, e quindi sani di mente” sic. Ma come ti è venuta questa genialata? Quante bisogna fumarne per essere sani di mente?