“Come sta affrontando il Governo il problema dell’ingente aumento del debito pubblico? Non lo sta affrontando affatto, se si considera che il deficit è destinato a salire al 2,5% e oltre quest’anno, considerando i costi di finanziamento del taglio del cuneo fiscale e che l’Esecutivo giallorosso ha deciso di non tagliare quota 100 e reddito di cittadinanza. Risorse (almeno 15 miliardi) che potrebbero, per l’appunto, essere destinate o a un taglio del deficit, o a un più corposo taglio del cuneo fiscale, dal momento che quello previsto dal ministro Gualtieri è del tutto insufficiente per far ripartire i consumi e il Pil.
Nelle ultime ore è emersa anche l’ipotesi, sostenuta dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, di effettuare uno “switch” fiscale tra Iva e Irpef, con l’intento di aumentare la prima per diminuire la seconda. L’intenzione è quella di far scattare l’aumento parziale delle clausole di salvaguardia previste attualmente dalla Legge di Bilancio e pari a 47 miliardi di euro nel biennio 2020-2021. Clausole che inibiscono completamente qualsiasi possibilità di effettuare politiche fiscali espansive. L’aumento dell’Iva su alcune categorie di beni servirebbe a finanziare il taglio delle tasse sul lavoro. Ma questa rischia di essere soltanto una operazione di maquillage fiscale, una classica politica redistributiva tipica della sinistra, che pensa più a redistribuire arbitrariamente il reddito tra le varie classi sociali che non ad aumentarlo nel suo complesso”.
Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia.
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