Ma sì, tutti ad applaudire Sala che con un tempo perfetto, ha evidenziato di essere un antifascista. “AntifaHier”. Tradotto: qui vive un antifascista. È la scritta del cartello che il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha appeso fuori dalla porta di casa dopo il caso di Mondovì, dove l’abitazione di una partigiana è stata imbrattata con una scritta antisemita. “Qui vivo io”, ha scritto il primo cittadino di Milano pubblicando su Instagram la foto della porta di casa sua. E meno male che il Sindaco non si schiera con gli antisemiti, ma quanti tra coloro che lo sostengono parlano e parlano ancora perché l’onda della convenienza suggerisce un antifascismo viscerale? Vedere fascisti in ogni espressione di matrice centrodestra è un’ossessione, un modo per emarginare, un autoconvincimento di essere dalla parte giusta. Ma su quel portone vorrei vedere “Io vivo qui, non sono abusivo, frequento le persone sincere con i calli alle mani, gioco a briscola volentieri, le mie “colazioni” sono incontri veri con la realtà. Ammetto che l’accoglienza indiscriminata ha creato illegalità e degrado, confesso che il PD non sa come fare almeno una parvenza d’integrazione. Sì verrà aperto Via Corelli per i migranti espulsi e anche se Majorino pensa sia “un inutile carcere”, qualcosa bisogna fare”
Se ben ricordo il politologo Alessandro Campi ha scritto che ci sono più antisemiti a sinistra che a destra. La destra ha già operato una obiettiva revisione del fenomeno. L’odio enfatizzato dai suoi amici non si giustifica. E su quel portone scriva anche “Mi dissocio da chi ha augurato il cancro a chi vota Lega”
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano