Inutile sottolineare che essere clandestino a Milano alimenti l’opinione diffusa che poter approdare qui è una “pacchia”: centri d’accoglienza, case da occupare abusivamente, rete di conoscenze che aiutano soprattutto nella scelta, si fa per dire, del lavoro. I clandestini non sono schizzinosi solitamente e non disdegnano lo spaccio, il commercio abusivo ecc.
L’invasione degli immigrati, dopo i porti spalancati, presto si farà notare e quella sensazione di insicurezza e di degrado dilagherà con la tolleranza di questa amministrazione. E così apprendiamo che «Milano è l’unica provincia in cui gli irregolari crescono». E’ l’Osservatore regionale per l’integrazione e la multietnicità istituito dalla Regione Lombardia nel 2000 che fornisce i dati riportati da Il Giornale “Nell’arco di questi 19 anni di rilevazioni e monitoraggio sottolineano in Regione si vede la «straordinaria variazione del dato regionale in termini assoluti»: siamo passati dai 419.800 immigrati del 2001 ai 1.240.900 di oggi, una crescita complessiva che si avvicina a un milione di unità, senza considerare gli oltre 300mila acquisiti alla cittadinanza italiana nel corso del tempo.
Dai dati emerge anche come nel 2019, un solo ambito territoriale quello della città metropolitana di Milano abbia toccato la quota di un irregolare nel soggiorno ogni dieci presenti, mentre dal 2012 al 2018 tutte le zone si erano collocate su incidenze inferiori a questa soglia. Nel 2019 si confermano al primo posto in Lombardia per numero di irregolari nel soggiorno i marocchini: 10.440 mila.”
«Secondo i dati commenta l’assessore regionale Riccardo De Corato, delegato all’immigrazione Milano e la sua provincia continuano ad essere il luogo dove gli irregolari preferisco stabilirsi. I numeri parlano chiaro più di marce e pic-nic: in quest’area ci sono 488.500 regolari e 51.400 irregolari, il 9,5% delle presenze». Perché «Forse per tutte le garanzie che trovano qui, a cominciare da una sanità gratuita, da centri di accoglienza che sembrano hotel, da un radicamento di organizzazioni criminali che riescono, in pochi giorni, a piazzarli nel mondo della illegalità. A questo poi aggiungiamoci le leggi ridicole che li invitano garbatamente a lasciare il nostro Paese», osserva De Corato