Mellini “Nella gazzarra Conte scopre la maleducazione”

Attualità

Sentire nel bel mezzo di una rissa tra la teppaglia mezza brilla di un’osteria di quelle di un modello oramai dimenticato, qualcuno che grida ad un altro “maleducato” è cosa che suscita il riso e stimola le considerazioni più varie sul linguaggio plebeo e sulle pretese di molti che altre forme di espressione non conoscono.
In certi ambienti se qualcuno si lascia scappare una così pretenziosa espressione, una salva di risate e, magari, di pernacchie, saluta la sua pretesa di far valere, magari, una sua superiorità sociale.
“Maleducato!” Questa parola l’abbiamo intesa ieri dalle labbra di Conte, che ha accusato Renzi non solo di fare l’opposizione (come ora è di moda tra quelli che sostengono di “sostenere” il Governo) ma di farla da “maleducato”.
Si dovrebbe ricavarne che, se non il tono dell’argomento, il linguaggio di quella gente si sta elevando. Non è però così. Il tono pretenzioso del giudizio del Presidente del Consiglio su un autorevole personaggio qual è Renzi, credo sia più che altro espressione di stizza. Stizza nei confronti di uno che mostra di saper sfruttare appieno le risse all’interno di una maggioranza (che in realtà non c’è) e che fruttano più consensi e voti di quanto se ne possano raccogliere con ostentata “buona educazione” e, magari con un uso doveroso della ragione.
Opposizione maleducata. Forse Conte non pensava solo a Renzi. Lo abbiamo visto inviperito e senza quella vernice di perbenismo con la quale ha per mesi ed anni coperto i suoi umori sottoposti a brutali prove di pazienza.
L’introduzione nelle risse politiche di questo termine intenzionalmente ingiurioso, “maleducato” è, si può dire, una novità. Cui altre ne dovrebbero corrispondere.
Per parte nostra, che nelle sciagurate vicende politiche di questi mesi vi sia una componente rilevante di maleducazione, non lo avevamo mai dubitato.
Sono dei maleducati. Cioè, anche maleducati. Ma non basta gridarglielo alto e forte.
Dobbiamo, una volta che un Conte, un Di Maio, un Morra, un Toninelli, uno dei tanti Ministri ignoti, viene fuori con qualche frase “storica”, ricordare, anzitutto che è un maleducato. E se è augurabile che sappiano, almeno ogni tanto, non comportarsi come tali, sono tuttavia quelli che sono.
Potranno, alla fine, ricorrere alla vernice di un po’ di buona educazione. Che è cosa che non guasta, ma non cambia quello che c’è dentro.

Mauro Mellini

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