Presidente Pro Tetto: “Il volontariato non si ferma, non si può ignorare chi ha fame”

Milano

Non sono eroi, sono uomini e donne responsabili, ragionano con il cuore. E i clochard, gli ultimi di una società che ha fatto del dinamismo la sua bandiera, aspettano la parola, il sorriso, ancor prima del pasto caldo, dei volontari dell’associazione Pro Tetto. Quella complicità che apre il cuore, non può essere interrotta. Sì, Milano si è svegliata con la preoccupazione, i metrò hanno il 40% di passeggeri in meno, le strade sono improvvisamente quasi deserte. L’emergenza del virus fa paura. “Gli amici che incontriamo in centro, spiega il Presidente Baroni, da San Babila al Duomo, sanno ben poco del coronavirus, le loro priorità sono mangiare, averi abiti adeguati al freddo invernale, scarpe adatte. E’ questo che portiamo, con la goliardia che possa alleggerire le loro storie tragiche e contemporaneamente così abituali. Numerosi i padri separati, i disoccupati, di tutte le età: la povertà non fa distinzioni” No, i volontari non possono fermarsi, nonostante l’aspetto spettrale della città. Distribuiscono 150 pasti, cucinati dagli stessi volontari, senza ripensamenti. E poi c’è la convenzione con  20 ristoranti che accolgono 20 clochard con un pasto. Anche questa è Milano, quella che non sa chiedere, quella che non ottiene attenzione dalle istituzioni, quella che si affida al buon cuore. Perché non vanno nei Centri dedicati?, chiedo. “ Perché solitamente vanno singolarmente o in due, ma gli altri, gli extracomunitari, formano “gruppo” e li derubano delle poche cose che possiedono”.

Una lotta tra poveri che non ha spiegazioni.

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