Anche in questa crisi, la Cultura (che negli ultimi 10 anni ha perso 700 milioni di investimenti pubblici) è trascurata. Si parla di tutto, si ignorano i bisogni e le potenzialità del più potente veicolo dell’immagine dell’Italia nel mondo, di un volano naturale del Turismo, di un settore industriale nazionale che con l’indotto vale il 16% del Pil.
CINEMA E AUDIOVISIVO
Sale chiuse in cinque regioni che da sole coprono il 46% dell’offerta nazionale (850 su 1830), spopolate nelle altre regioni: -63% di guadagni rispetto alla settimana precedente. Ma questo è niente. Il vero problema è che la produzione è ferma, e questo paralizza tutto l’indotto. Le produzioni nazionali frenano, quelle internazionali scappano: Netflix ha cancellato due produzioni dal valore di decine di milioni di euro, Tom Cruise è fuggito in moto da Venezia. Negli Stati Uniti si calcola che l’impatto del Covid-19 sull’industria cinematografica mondiale sarà di 4 miliardi di dollari entro fine marzo: quello che produce, in euro, l’industria cinematografica italiana in un anno. Parliamo di 112mila posti di lavoro in tutta la filiera.
Gli interventi minimi sono:
-Sospensione scadenze versamenti imposte, tributi, contributi; moratoria mutui e leasing: tutte le imprese ATECO 59.1, da 16 marzo a 16 ottobre 2020
-Crediti di imposta straordinari per contenimento danni uscite cancellate/sale chiuse per COVID 19, a favore di distributori ed esercenti
-Fondo di garanzia/assicurativo presso SACE per contenimento danni da cancellazione o fermo produzione dovute a COVID19
-Sostegno straordinario ai lavoratori troupe: versamento contributi per giornate non lavorate su produzioni ferme o cancellate; riduzione annualità contributiva 2020 da 120 a 60 giornate
-Cassa integrazione in deroga per lavoratori dipendenti esercizio
TEATRI E SPETTACOLI DAL VIVO
Qui la crisi è totale. Teatri chiusi al Nord significa il blocco delle tournée in tutt’Italia. Dall’opera lirica ai circhi, dai concerti ai festival cittadini, per volontà di Governo, Regioni ed Enti locali è tutto fermo quasi ovunque. Il resto lo fa la paura.
Agis calcola perdite per 10 milioni di euro a settimana.
Gli interventi minimi sono:
-Anticipazione del versamento dei saldi 2019 e degli acconti 2020 delle assegnazioni Fus, per contrastare il rallentamento o addirittura il blocco dei flussi di cassa in entrata
-Stanziamento integrativo di risorse per soccorrere le imprese che possano documentare i danni economici subiti dal fermo dell’attività per causa di forza maggiore
-CIG in deroga e Fondo di solidarietà residuale per i lavoratori del settore
-deroga ai parametri previsti per la rendicontazione del FUS ed introduzione di leve fiscali favorevoli alle imprese colpite dalla chiusura forzata
-Investimento promozionale per rilanciare il consumo dello spettacolo dal vivo, in tutto il territorio nazionale
EDITORIA E LIBRERIE
-40% il dato delle vendite di libri nell’ultima settimana. E non c’è da sperare in un miglioramento: da Parigi a Bologna, le Fiere del libro vengono cancellate o spostate.
Non va meglio all’Editoria quotidiana, nazionale e locale, colpita dall’estendersi delle zone rosse, con le edicole chiuse, e dalla scomparsa delle pubblicità di mostre, fiere, incontri. Si teme, in prospettiva, un importante calo del fatturato pubblicitario complessivo.
Gli interventi minimi sono:
-Defiscalizzazioni
-Agevolazioni per mutui e affitti
-Ripristino del fondo di 80 milioni stanziato per App-18
-Agevolazioni fiscali per editori di quotidiani e periodici commisurate alla riduzione dei ricavi pubblicitari
-Integrazione del credito di imposta sulla pubblicità incrementale
Post Andrea Cangini deputato Forza Italia
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