Terrorizzati, gli immigrati soprattutto regolari, fuggono e gli irregolari?

Milano

Basta uno sputo di irrisione e di rabbia gridando “Ho il contravirus” e la vendetta dell’immigrato è compiuta. E’ successo sui treni, a Forlì, a Modena, contro i passanti, i medici, i controllori a comprovare una diversità e una distanza dalla nostra civiltà che fa paura. Nel deserto delle strade, con le sanzioni messe in atto per chi non ha un motivo giustificato per bighellonare, anche la criminalità si è organizzata. Si spaccia in casa, si predispongono i furti nei negozi chiusi, diminuiti i borseggi, ma la vita continua aspettando il caos tanto favorevole al loro lavoro. Ma il mostro del virus fa paura, il nord e Milano hanno le braccia infettate e la fuga anche per gli immigrati è la speranza di uscire dal tunnel del possibile contagio. L’assalto ai consolati, la ricerca di un mezzo per lasciare il Paese è un dato di fatto. Sala non organizza più cene pantagrueliche, non va a prendere l’aperitivo con il codazzo dei capi di partito, si sfoga “Qualsiasi cosa dica, è sbagliata”. Sbagliata perché è priva di buon senso, perché non sa dove sbattere la testa, ma l’immobilismo del sindaco, si rafforza la percezione che la situazione è grave.

E gli immigrati accolti con le fanfare, fuggono. Un fenomeno ben rintracciabile tra i migranti regolari, quelli cioè che in Italia hanno un contratto lavorativo e sono registrati. I consolati di molti paesi che nel nostro hanno diverse comunità di residenti, sono stati letteralmente presi d’assalto da quando l’epidemia da Covid-19 ha iniziato a mettere in sofferenza il nostro territorio. Alberto Busacca su Libero spiega che molte associazioni di volontariato si dicono sicure che, già nei giorni precedenti, migliaia di irregolari hanno già fatto provviste di cibo e soldi cercando rifugio da qualche parte: “Nel giro di una settimana finiranno sia le provviste sia i pochi soldi messi da parte – ha dichiarato il missionario comboniano Daniele Moschetti su Il Mattino – a quel punto chi li aiuterà tutti questi ragazzi? Chi offrirà loro almeno un pasto al giorno? Come faranno a sopravvivere senza una rete familiare e sociale che li sostenga?” A Milano le zampe della povertà continueranno a moltiplicare i poveri, ma l’amministrazione continuerà ad accogliere.

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