Milano 23 Settembre – Le lacrime sciolgono il ghiaccio dell’anima. E a chi piange tutti gli angeli sono vicini (Hesse)
Ho aperto la finestra al sole. Accartocciata sulla poltrona ascolto la musica del cuore. L’aria respira dolcemente la vita. E’ un giorno come tanti, uguale agli altri. Ho camminato tra la gente senza sorrisi. Ho comprato la torta di mele dal sapore antico. Ho indossato un vestito a fiori rosso e blu. E finalmente mi regalo il pianto. Un pianto tutto mio, leggero, con le ali di una farfalla stanca, quasi un sorriso. Quel pianto che morde il tempo, che suona un violino impazzito, che vibra l’emozione del rimpianto. Ma non è tristezza, non è rabbia, non è dolore lancinante. E’ un graffio per l’indifferenza di un mondo che srotola egoismi e pregiudizi, che non sa fermarsi a guardare, che mastica odio, che ha perso il senso dell’umanità. Ed è la struggente consapevolezza di un’impotenza che sbriciola i sogni, che taglia le speranze. E’ un pianto che sussurra la mia storia di vita, in un’epoca di grandi trasformazioni sociali, quando illudersi di cambiare il mondo era forza, determinazione, libertà. Oggi posso rubare il tempo per piangere un’Italia gravemente malata, con la sensibilità della maturità, con il sorriso di chi ha saputo lottare, con la delusione di tante occasioni perse.
Ma non è questo il mondo che pensavamo di regalare ai nostri figli. Di chi la colpa?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano