Tutti a danzare, allegre Carmen spensierate e “Zingari” focosi, per festeggiare la Pasqua, per cantare davanti a una grigliata, senza che nessuno ricordasse le restrizioni, il coronavirus, i pericoli del contagio anche nel giorno di Pasqua. Erano 40 cittadini rom, incuranti del chiasso, dell’assembramento, senza precauzioni e il loro era chiaramente un “Viva la vita” come la vogliamo noi, del prossimo ce ne infischiamo, le ordinanze sono carta straccia. E poi tra le tante Carmen danzanti, qualcuna sa leggere? Ma a che serve…loro imparano il mestiere dalla vita, da una furbizia innata, dall’essere quasi sempre indisturbate. La famigerata via Bolla con le case Aler è stato il luogo della festa, dell’incontenibile “Io faccio quello che mi pare”. I residenti regolari attoniti, nell’obbligo di rimanere in casa, chiamano le forze dell’ordine. In via Bolla nel primo pomeriggio accorrono pattuglie di polizia locale, carabinieri e polizia di stato. Hanno identificato i circa quaranta partecipanti alla festa, multandoli per non aver rispettato tutte le ormai arcinote norme governative atte a contenere il diffondersi della pandemia. Ai cittadini è stato proibito anche un girotondo in cortile ““Deve essere anche chiaro che i piccoli assembramenti in un angolo di una piazza, in un cortile condominiale, non sono consentiti ma soprattutto sono un danno per tutti noi. Quindi da questo punto di vista è ovvio che chi è in casa e rispetta le regole guarda con diffidenza e a volte anche con un po’ di rabbia questi comportamenti” – Parola di Sindaco. Ma dovrebbe spiegare perché fin dai tempi di Pisapia siano stati coccolati, tollerati, giustificati. L’integrazione è un’utopia e Sala, diciamolo con franchezza, non sa che pesci pigliare.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano