Eravamo all’operetta, alla sua rivisitazione in chiave moderna di Sandro Massimini, con una regia a colpi di teatro, costumi, scenografie e coreografie sfarzose, un’operetta musical. Perché poi se la figlia dell’opera buffa è l’operetta, figlio dell’operetta è il musical, che fiorisce negli Stati Uniti, a partire dai teatri di Broadway. A renderli più vicini a noi dagli anni‘50’ un pullulare di versioni cinematografiche, da Un Americano a Parigi di George e Ira Gershwin, a Cabaret, protagonista Liza Minnelli, a Grease con John Travolta, a Mary Poppins, a Rocky Horror Show, tuttora un cult.
Piccoli, giovani e meno giovani, c’è un pubblico trasversale, che ha voglia di musical. Perché? Perché ti trascina fra luci, colori, canzoni, ritmi e balletti. E non ti fa pensare. Un filone inarrestabile, fatto anche di capolavori, come My Fair Lady, A Chorus Line, West Side Story, li puoi vedere prima sullo schermo e poi a teatro o viceversa, comunque li amerai e li rivedrai volentieri. Cats, dell’inglese Andrew Lloyd Webber deve il suo grande successo , che ha attraversato quaranta anni, alla sua storia che si rifa a Old Possum’s Book of Practical Cats, il libro dei gatti tuttofare, di Thomas Eliot, ai costumi, ai trucchi, ai balletti, alle canzoni, dove commovente é Memory, scritta da Trevor Nunn, una vera poesia. Per ascoltarla, cliccate sulla scritta in blu in grassetto, e per vedere i trucchi incredibili dei gatti ballando con loro, cliccate su Jellicle Songs (Part 1) e Jellicle Songs (Part 2)
Sempre di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice è Evita qui (cliccando sul blu) in una versione integrale per il teatro. Più che un musical è un’Opera Rock, che attraversa la vita della santa argentina e di Peròn, con un Che Guevara narratore sullo sfondo. Scritta nel 1978, tre anni prima di Cats, migliaia di repliche in tutto il mondo per decenni, sempre attesa e seguitissima, come la sua versione cinematografica del 1996, interpretata da Madonna e Antonio Banderas.
Ma l’operetta? Oggi non si fa più? Non è vero e piace ancora, forse perché ti proietta in un’atmosfera lieve e per due ore non ti fa pensare a nulla. Ideale per momenti come questi.
Se volete sorridere, anzi ridere di gusto, ascoltate Salomé, una rondine non fa primavera da Scugnizza nell’interpretazione spassosa di Ilaria Zanetti e Andrea Binetti, grandissimo interprete e comico di inconfondibile voce, nato nella culla dell’operetta, Trieste e cresciuto alla scuola di Massimini. Showman, ricco di idee, ne Al Cavallino Bianco con Silvia della Benetta e Ilaria Zanetti, fa marciare un esercito di bambini.
I titoli sono un’infinità, e per farsi un’idea ci vuole un Gran Gala della Compagnia d’Operette di Elena D’Angelo, capocompagnia, rarità per una donna, regista, soubrette, intenditrice appassionata. Sarà un piccolo viaggio fra le note, i balli e i costumi de La Principessa della Czarda, ascoltando Frou Frou dalla Duchessa del bal tabarin, incontrando Anna Glavari nell’aria di Vilja de La Vedova Allegra.
La potrete sentire anche dalla voce del grande soprano Raina Kabaivanska, cliccando su La Vedova Allegra versione del 1991 all’Opera di Roma, interpreti anche Daniela Mazzuccato, Luca Canonici e Elio Pandolfi, per la regia di Mauro Bolognini e primo ballerino Raffaele Paganini.
Curiosità, questo è lo spettacolo più rappresentato al mondo, che entra anche nei templi della lirica e nel 2019 ancora il teatro dell’opera di Roma ospita un allestimento in coproduzione con la Fenice di Venezia, per una Vedova Allegra (clicca sul blu) con la regia di Damiano Michieletto, apprezzato regista di produzioni di teatro lirico. E’ una versione moderna, che sposta la vicenda dalla Parigi di fine ‘800, agli sportelli di una piccola banca di provincia e a una sala da ballo dell’Italia Anni ʼ50. Tema è sempre il denaro, ma in questo caso il direttore della Pontevedro Bank, il barone Zeta, spinge l’impiegato Danilo a sposare la vedova per rimpinguare le casse della banca con la ricca eredità della donna.
Da vedere!