Abbiamo vissuto il furore di una guerra civile, ma abbiamo cominciato a definirla tale solo nel 1991, con la pubblicazione dell’omonimo saggio di uno storico blasonato, Claudio Pavone. Il Fascismo, e con esso i fascisti, fu sradicato dal corpo della Nazione come un tumore maligno prosperato tra noi chissà come e chissà perché. Si è preferito non fare i conti con la Storia, senza neanche cercare di spiegare, e tantomeno accettare, le ragioni dei vinti. Comunque la si pensi, la mancata conciliazione nazionale ci ha indeboliti. L’Italia dei mille domini stranieri e delle invasioni ordaliche, l’Italia dei comuni, dei ducati e dei principati in eterna lotta tra loro, l’Italia guelfa e ghibellina, l’Italia dal sentimento nazionale debole e dallo spirito di cosca forte, l’Italia ne avrebbe guadagnato in compattezza se quella cicatrice fosse stata prontamente riconosciuta e suturata. Un fattore identitario in più, un motivo di contrasto in meno. Bene celebrare il #25Aprile, festa repubblicana, dunque festa di tutti. Ma non dimentichiamoci mai di fare il possibile per colmare quei tanti, troppi fossati che impediscono all’unica Nazione al mondo che ha come mito fondante un fratricidio di sentirsi davvero una comunità di Storia e di destino.
Andrea Cangini deputato Forza Italia
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