Niente zebre a pois, ma pavimenti a pois a vivacizzare gli ambienti, a creare luoghi “tattici?” No. Servono nei centri commerciali, supermercati, negozi, uffici, musei e altri spazi dove ci può essere un’ampia affluenza di cittadini. Dicono imperiosamente “Fermati” o vai avanti, dopo una breve sosta. E allora automi ingessati con l’orologio che bolle, con la saliva amara, obbediscono. Ed è giusto così, forse. La distanza obbligata per non essere contagiati, con una mascherina spesso sbilenca. Sono il prezzo da pagare per avere un alito di libertà. Si parlerà, se si parlerà, con l’amica eventuale ad un metro di distanza, si presume ad alta voce, ma il totem coronavirus sarà ancora in agguato. Così si riscoprirà Milano, tra pois rossi verdi e gialli, con la voglia di riempire i polmoni e gli occhi di libertà? Libertà e coscienza del momento delicato dovrebbero essere le direttive per chi ha la facoltà di pensare e, naturalmente rispettare le distanze, senza l’occhio dei pois. Almeno per quanto mi riguarda. Dalla reclusione che, per carità, era nelle circostanze, essere un’osservata speciale in ogni movimento, è snervante. Come sarà il servizio pubblico, non è dato sapere, ma niente corse all’ultimo momento utile, le file trionferanno. Anche il guadagno così fortemente voluto da Sala con l’aumento del biglietto, andrà in fumo, considerata la minore affluenza? Ma il pedone dovrà fare gli slalom tra piste ciclabili a gògò, unica soluzione trovata dai geni del comune per la mobilità, i tavolini dei bar naturalmente distanziati e la segnaletica che tarderà chissà quanto per dare ordine. Le auto? Nel mondo dei sogni di Sala basta una bici nel paesello di Milano. I parcheggi spariranno e chi la macchina ce l’ha ma non possiede un box? E’ pregato di munirsi per tempo di bacchetta magica per farla scomparire a comando.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano