Miseria e pandemia, tre donne, la vita sotto un ponte, adottate da un “quartiere”

Milano

Questo racconto rappresenta una delle facce di Milano, provata, sofferta, a cui la pandemia ha acutizzato la paura, la disperazione. Riferisce la confessione LaPress “Non ho mai avuto paura di niente, ma di questo virus sì. Temiamo di prenderlo e contagiarci. Per di più, da quando è iniziata la pandemia, non troviamo un lavoro per comprarci da mangiare”.  Le protagoniste che subiscono l’insensibilità della vicenda e di chi l’ha procurata, che hanno perso il lavoro e da lì è cominciato l’inferno.

A parlare è Elena, che da alcuni mesi vive sotto un ponte di via Giordani a Milano dopo lo sfratto insieme a sua figlia venticinquenne Erica e a sua sorella Rita. Due tende, qualche mobile accatastato e i loro nove cagnolini sono tutto quello che resta alle donne: “Da quando abbiamo perso il lavoro è iniziato il nostro inferno, qui è durissima vivere. Abbiamo bisogno del tetto di una casa perché qui la notte siamo sole”. Fortunatamente da qualche settimana un gruppo di ragazzi del quartiere le ha notate e le sta aiutando portando loro cibo, vestiti, disinfettanti e mascherine: “Voglio ringraziarli tutti, Cristian e sua moglie Lucia, Sabrina, Matteo, Davide, Andrea e Momudh. Senza di loro saremmo perdute”.

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