Sala si metta d’accordo con se stesso

Milano

Va bene tutto e Conte non sta simpatico nemmeno a me. Però Sala dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso. Ieri ha dichiarato, infatti:

“È una scelta che ha fatto arrabbiare noi sindaci, perché di fatto ci dice: “Aprite i parchi e poi controllate che non ci siano assembramenti’’ – va all’attacco il primo cittadino milanese –. Ecco, non siamo nel film “Minority Report’’ di Spielberg, in cui prevedi prima i crimini. Non è semplice”.

Mentre qualche giorno fa condivideva questa dichiarazione con gli altri sindaci metropolitani:

“Se si vuole davvero far ripartire il Paese, se si vuole dare un’iniezione di liquidità dopo questo lungo stop, bisogna affidarsi agli ottomila Comuni: bisogna darci la possibilità di appaltare le gare con procedure semplificate, bisogna elevare l’affidamento diretto a centomila euro, nominateci commissari con potere straordinario. Fidatevi dei sindaci, non solo a parole”.

Dobbiamo capirci: se Sala non pensa di poter controllare i parchi, come spera di poter controllare una marea di micro appalti, quelli che storicamente sono più suscettibili di inefficienza? Se non riesce ad impedire ad alcune comunità etniche storicamente portate alle grigliate nei parchi di assembrarsi, come fermerà le cavallette degli appalti pubblici? Se non sa controllare le entrate dei parchi, come controllerà gli accessi alle gare?

È pieno di dubbi, Sala:

“Il primo: come aiuteremo le famiglie i cui genitori potranno tornare a lavorare ma in cui ci sono bambini piccoli? Non è chiaro. Ricordo che a Milano ci sono 120 mila nuclei familiari con bambini fino a 14 anni”

Ma qualche giorno fa dichiarava:

“Altrettanto indispensabile è riconoscere un sostegno alle famiglie che tornano al lavoro e lasciano i bambini a casa: con un ampliamento del bonus baby sitter, facendo ripartire le attività gestite dal terzo settore, anche se con numeri ridotti per non creare assembramenti”.

Ma come è stato possibile che da una certezza cristallina, si sia passati al dubbio esistenziale? Milano non si governa con i punti di domanda. Era sicuro che la soluzione fossero baby sitter e terzo settore? Cosa ha fatto per facilitare gli spostamenti delle prime e le attività dei secondi? O stiamo giocando, ancora, allo scarica barile con Regione e Governo, così da poterne uscire con le mani pulite, tipiche di chi non se le sporca lavorando concretamente? Ai posteri, ma soprattutto agli elettori, l’ardua sentenza.

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