Nelle settimane peggiori della Storia moderna di Milano ( i morti covid in città sono stati 5 volte superiori a quelli da noi subiti nella seconda guerra mondiale), Fontana e Gallera erano sul ponte di comando della nostra nave.
Si sono prodigati ogni giorno per noi cittadini lombardi e milanesi, anche con momenti di visibile stanchezza fisica ma sempre sostenuti dal morale e la voglia di arrivare in porto con la nave contenendo il più possibile contagi e morti.
Sulla sponda opposta, nei giorni più terribili, il Sindaco Beppone di Milano è scomparso dalle cronache, per poi chiudersi nel suo studio a sfornare video per le sue pagine FB ed Instagram. Unica sua preoccupazione nel momento della tempesta? Sognare l’Ambrogino d’oro e trovare i pennarelli per gli studenti.
Più giù, a Roma, il Governo PD rantolava prima fra aperitivi e silenzi, per poi finalmente reagire ma in modo grottesco: mai una visita in Lombardia di qualcuno, mai arrivi di presídi medici come respiratori, mascherine e camici agli ospedali lombardi per la massima emergenza del mondo occidentale.
Passa la tempesta, si placa lentamente il mare, si contano i morti, Fontana e Gallera sempre sulla tolda a lavorare.
Ma qualcosa cambia a Roma e Milano: il PD vede come una occasione d’oro l’accusare Fontana (Lega) e Gallera (FI) di negligenza e mala gestione durante la tempesta. I corvi comunisti tirano fuori la collaudata “gioiosa macchina da guerra” per toglier di torno Lega dalla Lombardia e soprattutto annientare un possibilissimo futuro Sindaco di Milano al posto del codardone.
Ecco che i comunisti tirano fuori il pezzo da novanta: Gherardo “Fighetta” Colombo per conto del Comune di Milano, andrà a fare le pulci al Trivulzio, ed un magistrato a indagare per la Procura per una indagine che proscioglierà Gallera e Fontana, ma fra tanti di quegli anni che i milanesi manco si ricorderanno chi era Sala.
Passa all’attacco anche il Sindaco Beppone, che ricompare magicamente a fine tempesta (bello riposato) armato di pennelli per fare di Milano la città che dal 6% di ciclisti arriva in un giorno al 60% di ciclisti per ordine del Sultano. Gran parte dei milanesi è ormai senza lavoro e senza soldi, ma il Comunista Beppone decide che vadano in bicicletta tutti, proprio come in quel paradiso (fiscale) di Amsterdam.
Un “Panem et Circenses 3.0″, ma senza pane e senza Colosseo.
Il Sindaco Beppone sa bene che dall’autunno alle elezioni Comunali il PD al Governo gli darà un pozzo di soldi per rivincere a Milano (avendo già epurato il pericoloso avversario Gallera). E già scalda i muscoletti.
E le opposizioni? E il centro destra a Milano? La Lega, non pervenuta. Salvini pare sia addirittura ancora contato come consigliere Comunale (mai visto, dunque uno in meno ad opporsi), la Gelmini (FI) appare in Consiglio come la madonna di Loreto, sometimes. C’è qualche bravo e preparato consigliere di opposizione che lotta strenuamente in Consiglio Comunale (una volta c’era il mastino De Corato, oggi c’è il mastino De Pasquale), ma il Sindaco Sala manco si presenta in aula, e gli assessori In Granelli style sono talmente ottusi che se gli getti in testa un bronzo di Lenin, Lenin rimbalza.
Che fare? Beh, sosteniamo chi fa opposizione in Comune a questi Comunisti fighetti e disastrosi.
In attesa che anche i Milanesi tirino fuori ” i cabasisi” (che hanno) per andare in piazza a protestare fragorosamente contro questi ignobili amministratori del nulla siderale.
Giorgio Bellachioma
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Ci vuole la forza del “VAFFANCULO” , che per ora si è smorzata se non addirittura trasformata nel Mare inquinato delle Sardine filo-governative . Ci vuole la forza di chi non ci sta “a vestirsi come ti impongono loro” (tutti in bici, perchè è ecologico), la forza di chi non deve scrivere Ideologie per far funzionare al meglio una città o metropoli, ma la sappia plasmare secondo le esigenze di ogni cittadino che ci vive, lavora ed anche ci muore. Milano non è una “Galleria personale” di qualche raccomandato dai Grandi Poteri, ma una città di tutti, dove ognuno vuole avere il suo legittimo spazio per mostrare le proprie qualità artistiche, in senso lato; dove possano convivere auto di ogni tipo con bici o cavalli, posteggi ed aree pedonali; dove tutto insomma si sappia amalgamare e fluire, perchè Milano non vuole essere, e nel passato non lo fu mai, il monopolio di qualche fissato !