Fare impresa in Italia è una missione suicida. Noi imprenditori non siamo altro che kamikaze che hanno optato per una morte lunga, dolorosa e a tratti ridicola. Prendete, ad esempio, la consegna a domicilio. In un periodo in cui lo stato per bloccare la pandemia ha chiuso i ristoranti, questa innovazione tecnologica ha salvato decine di ristoranti. Bene, è stato evidentemente un errore. Si è scoperto, infatti, che chi forniva lavoro ai rider e cibo a noi reclusi doveva costruirsi inc asa le mascherine. Vi sembra che io esageri? Sentite le parole di chi questa battaglia l’ha combattuta in prima persona:
“Sui dispositivi di protezione abbiamo optato per una distribuzione attiva nei punti nevralgici delle città che ci ha permesso di distribuire oltre 40.000 mascherine e guanti in lattice ai rider in servizio (distribuzione peraltro che prosegue)”. Lo precisa Glovo in una nota in relazione all’annotazione dei carabinieri acquisita nell’inchiesta dei pm di Milano, chiarendo anche che i dispositivi sono stati forniti “in modo rapido e capillare”, anche se “abbiamo dovuto scontare tempi di attesa più lunghi di quelli previsti, a causa delle difficoltà di rifornimento”.
Credete sia bastato? Credete che li abbia messi al riparo? Ma manco per niente. Come riporta Repubblica:
“adesso tornarno al centro delle attenzioni della procura: il nucleo ispettorato al lavoro dei carabinieri ha redatto una relazione in cui si evidenzia il comportamento lacunoso da parte di società come Glovo, UberEats, JustEat e Deliveroo che avrebbero omesso di valutare il rischio biologico fornendo per altro poche mascherine ai lavoratori.”
Ci sono due obiezioni premianti:
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Il rischio biologico non l’ha saputo manco valutare il governo, che sequestrava le mascherine destinate alle RSA. Figuratevi se erano tenuti a valutarlo correttamente dei privati.
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Le mascherine, e chi scrive ne ha seguito l’andamento quotidianamente mesi, semplicemente non c’erano. È fattuale. E credete che questa impossibilità a reperirle abbia fermato i giudici? Manco per niente. A Bologna sono già partite le prime condanne. Inaudita altera parte. Non sia mai che sia concesso difendersi in questo paese.
Il tutto con l’aggiunta, ridicola, del fatto che se ai medici mancavano le mascherine non ci sono colpevoli, se il privato fa lo stesso va indagato. Davvero, è una discrasia insopportabile. Da cui chi fa impresa, piccoli, medi e grandi non ha modo di difendersi. Se non chiudendo e mandando a quel paese questo paese di garantiti, dove anche i rider chiedono le tutele degli amministratori delegati. E agli amministratori delegati viene riservato il trattamento dei mafiosi. Scarcerazioni facili a parte, naturalmente.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,