Sul Cosap Comune e Governo danno finalmente ok a esenzioni. Ma è un’aspirina

Fabrizio c'è Milano

Dal 25 Febbraio chiedevamo di annullare i tributi locali durante la chiusura forzata di negozi, esercizi pubblici, ristoranti.

Ora il Governo e il Comune finalmente ci sono arrivati ma solo per la Cosap, il canone che si paga per la occupazione del Suolo Pubblico. Quindi tavolini, ombrelloni, dehors sulla strada.

Ma parliamo solo della Cosap: per le altre tasse e costi fissi che gravano su attività ferme da 3 mesi siamo ancora al nulla: Tari (tassa rifiuti), Imu, Tassa Soggiorno, affitti demaniali.

Giovedì sera il Consiglio Comunale ha dunque riconosciuto la giustezza di quanto Forza Italia chiedeva da 3 mesi e ha fissato al 31 ottobre il termine del periodo nel quale non si paga l’occupazione del suolo pubblico.

Sono stati sospesi anche vari regolamenti comunali per consentire una autorizzazione più rapida a chi volesse mettere su marciapiede, zone pedonali e addirittura parterre verdi sedie e tavolini.  Questo vale anche per negozi non di somministrazione cibo, perché è noto che all’aperto vi sono meno rischi di trasmissione virus.

Alcune norme  sono eccessive (eventuale chiusura di strade per mettere ovunque tavolini) ma la delibera ha un merito: dimostra che il Comune se vuole può rispondere in 15 giorni alle domande degli esercenti.

Forza Italia, che chiedeva ulteriori semplificazioni, ha ottenuto che nelle zone pedonali si possa fare l’occupazione con una semplice asseverazione del progetto da parte di un professionista. E abbiamo incluso nella delibera anche le aree private ad uso pubblico (ad esempio gallerie aperte al passaggio pubblico).

Sia chiaro che ci sarà bisogno di più Polizia Municipale per evitare assembramenti e conflittualità tra locali e residenti.

Il provvedimento è un aspirina per un malato molto grave. Ci vorrà pure l’annullamento della tassa Rifiuti per i mesi di stop e un intervento sull’Imu degli esercizi o di chi abbassa l’affitto agli esercizi. Così come il Comune dovrà rinunciare a riscuotere affitti e concessioni di chi e stato chiuso suo malgrado.

E poi regole e protocolli semplici e applicabili. Ma se vogliamo far ripartire imprese e settori che fanno vivere Milano questa è l’unica strada.

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